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 2014  agosto 19 Martedì calendario

D’ARRIGO, È SUBITO ARGENTO

Dicevano che non avrebbe retto la pressione. Che si sarebbe confuso stando un po’ di qua e un po’ di là dell’Oceano. Che no, non avrebbe reagito e sarebbe saltato nell’impatto col nuoto che conta in vasca lunga. Andrea Mitchell D’Arrigo ha messo insieme tutti i rischi possibili e li ha sfogati nell’acqua, li ha colorati d’argento, li ha trasformati in un progresso cronometrico enorme da 3’49”02 a questo 3’46”91 con cui ha acciuffato la medaglia europea nei 400 stile libero, una delle specialità più difficili da gestire ed interpretare, figuriamoci per un diciannovenne che si trovava al centro di un polverone mediatico per quel rito delle matricole non condiviso, anzi contestato e finito in una richiesta di inchiesta federale, tra azioni giudiziarie minacciate e reazioni esagerate. Un tumulto, una tempesta in cui ha affogato i cattivi pensieri e pescato la preziosissima gemma continentale.

Conferma Mitch aveva già raccolto un bronzo europeo in vasca corta a Herning, in Danimarca sempre nei 400 sl: con quel talento innato rimodulato alla scuola di Gregg Troy, detto Nazi, Mitch irrompe tra i grandi azzurri sul podio continentale grazie ad una prova in cui ha esaltato qualità stilistiche, agonistiche e caratteriali. Davanti a Mitch ora ci sono soltanto Massimiliano Rosolino e quel leggendario argento olimpico di Sydney da 3’43”40 ed Emiliano Brembilla, sempre con un argento ma mondiale a Fukuoka 2001 da 3’45”11. Mitch non ha voluto forzare le sue corde in questa finale nella quale si presentava come il più giovane degli otto (è nato il 28 aprile 1995), ma stava per superare quel folle serbo di Velimir Stjepanovic, un ex delfinista del ‘93 che ha fatto tremare il record mondiale del tedesco Biederman (fuori come il francese Agnel) e dalla corsia numero 7 ha messo in atto il più strano monologo (52”50, 1’50”87, 2’49”46), così temerario che quasi Mitch ha creduto potesse batterlo. Sarà per un’altra volta, ma l’impresa resta evidente e colossale: per la gara perfetta ci sarà tempo, e intanto gode di più di Gabriele Detti, quarto in 3’48”10, sotto il podio come il più veloce della batteria. Il bronzo era di un altro talento del ‘95, Jay Lelliott, che era rimasto sempre al 2° posto prima di farsi superare da Mitch per 30 centesimi nell’ultima vasca (27”44 contro 27”74). La gara di D’Arrigo è stata una stupenda progressione, iniziata con la prima virata al 7° posto in 26”77, ma la nuotata di D’Arrigo assomiglia vagamente a quella di un mezzofondista straordinario come Sun Yang: soffice e potente, morbida ed efficace, con frequenze mai scomposte.
Carriera D’Arrigo ha scelto l’America, che ora ce lo presta per conquistare medaglie. Studia a Florida University e si è affidato all’ex mentore di Ryan Lochte, che gli sta fortificando le convinzioni oltreché affinargli le qualità tecniche. «Tu sei capace di tutto! Bevi e rilassati» gli ripete l’allenatore americano per sostenerlo a non mollare. Quel ragazzo che a 3 anni finì in piscina a Roma anche se era refrattario all’acqua, a Berlino ha gettato la maschera per un futuro di prestigio, tanto che la tentazione di cambiare passaporto sportivo essendo di mamma americana, resta forte. Negli Usa, dice che lo trattano meglio, soffre meno e riceve attenzioni maggiori. Una rasoiata alle polemiche l’ha data stavolta Mitch: con un argento che brilla.