Concetto Vecchio, il Venerdì di Repubblica 15/8/2014, 15 agosto 2014
TAVECCHIO
& CO., OVVERO: SPARARLA GROSSISSIMA E (DI SOLITO) PASSARLA LISCIA –
Dilaga, nella politica, nello sport, nella società, la figura del cacciaballe, del fanfarone, spesso di taglio razzista, come il Tavecchio della Federcalcio, quello dell’«Opti Pobà, il mangia banane» che anela a diventare qualcuno nel campionato che si definiva «più bello del mondo». Un tempo simili figuri avevano cittadinanza al più nel bar del paese; oggi, sdoganati da cinque lustri di celodurismo leghista, si esprimono senza freni inibitori ministri, deputati, imprenditori, perfino preti. Ogni ipocrisia sembra caduta e la diffusione dei social network, da Facebook a Twitter, ha semplicemente reso un gioco da ragazzi, per chiunque, un’uscita sessista o volgare che i giornali all’indomani bollano con il rituale «frase shock». I Tavecchio sono una marea. Eccoli qui, messi a nudo.
«Meglio un mafioso che un comunista. Un mafioso può essere redento, un comunista no» Carlo Taurino, assessore di centrodestra al Bilancio di Squinzano (Lecce), 27 giugno 2014
«Convivivere è peggio che uccidere» Don Tarcisio Vicario, parroco di Cameri (Torino), 23 giugno 2014
«Se una madre non si accorge che il figlio si droga dovrebbe suicidarsi» Antonio Reppucci, allora prefetto di Perugia, 19 giugno 2014
«Le vere puttane stanno in Comune» Alessio Marini, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Municipio XI, Roma, 10 giugno 2014
«L’Italia è come Auschwitz» Beppe Grillo, leader M5S, 15 aprile 2014
«Siete qui perché avete fatto i pompini» Massimo De Rosa, deputato M5S, rivolto a un gruppo di deputate Pd, 29 gennaio 2014
«Complimenti, io e il mio capo di gabinetto siamo stati a ridere per un quarto d’ora» Nichi Vendola, governatore della Puglia, al telefono con l’allora Responsabile rapporti istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà, dopo che questi aveva strappato un microfono a un cronista televisivo, 15 novembre 2013
«Ricordiamo non solo i militari di Nassiriya, ma pure il kamikaze» Emanuela Corda, deputata M5S, 13 novembre 2013
«Non ho mai visto tanta gnocca come a Roma» Mariano Rabino, deputato di Scelta civica, 30 ottobre 2013
«Per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza» Gianluigi Piras,dirigente del Pd sardo, all’indirizzo di Yelena Isinbayeva, l’atleta a favore delle leggi antigay in Russia, 17 agosto 2013
«Quel fango di Falcone» Fabrizio Miccoli, allora capitano del Palermo, 22 giugno 2013
«Ma mai nessuno che stupra il ministro Kyenge?» Dolores Valandro, consigliere di quartiere della Lega a Padova, 13 giugno 2013
«Se affonda un barcone sono contento» Erminio Boso, politico leghista, 9 giugno 2013
«Questo è un governo del bonga bonga, la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali» Mario Borghezio, europarlamentare leghista, 30 aprile 2013
«Al Qaeda bombardi il Parlamento» Beppe Grillo ,4 febbraio 2013
«La strage di Bologna fu colpa di un mozzicone di sigaretta che era stata lanciato, se c’era la bomba qualche frammento si sarebbe trovato, no?» Licio Gelli, capo della P2, 25 luglio 2012
«I partiti sono peggio della mafia, strangolano la gente» Beppe Grillo, M5S, 30 aprile 2012
«I pastori sardi si accoppiano con le pecore» Paolo Villaggio, 10 gennaio 2012
«I procuratori di calcio? Come gli avvocati ebrei» Massimo Zamparini, presidente del Palermo, 10 novembre 2011
«Via le Br dalle Procure» Roberto Lassini, allora candidato al Comune di Milano per il Pdl, 17 aprile 2011
«Vendola? Gay e pedofilo» Alessandro Morelli, capogruppo della Lega Nord a Milano, 2 ottobre 2010
«Fini è un traditore, speriamo che abbia già ordinato le kippah con le quali si presenteranno» Giuseppe Ciarrapico, imprenditore, allora senatore Pdl, 30 settembre 2010
«SPQR? Sono porci questi romani» Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord, 27 settembre 2010
«Giorgio Ambrosoli se l’andava cercando» Giulio Andreotti, 9 settembre 2010
«Un ministro non può sospettare di abitare una casa pagata, in parte da altri» Claudio Scajola, allora ministro Pdl, 4 maggio 2010
«Cucchi è morto perché drogato e anoressico» Carlo Giovanardi, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, 9 novembre 2009
«Io stamattina nel letto ridevo alle tre e mezzo» Francesco De Vito Piscicelli, imprenditore, al telefono la notte del terremoto all’Aquila, 6 aprile 2009
«Obama? Bello, giovane, abbronzato» Silvio Berlusconi, allora premier, 5 novembre 2008
«Da lei mi farei toccare» Valentina Vezzali, atleta, rivolta a Berlusconi, 16 settembre 2008. Oggi è deputata di Scelta civica
«A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi, ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta là perché t’ha succhiato l’uccello» Sabina Guzzanti, artista, riferita a Mara Carfagna, 8 luglio 2008. È stata condannata dal tribunale civile per diffamazione e a pagare un risarcimento di 40 mila euro
«A Gorgo hanno violentato una donna con uno scalpello... Dico a Pecoraro Scanio che voglio succeda a sua sorella e a sua madre». Giancarlo Gentilini, allora sindaco di Treviso, 18 settembre 2007
«L’Italia e gli italiani fanno schifo» Francesco Speroni, allora europarlamentare della Lega, 26 giugno 2006
«Non credo che sia un segreto, non ho nulla contro le lesbiche, ma va chiarito che Rosy Bindi è lesbica» Maurizio Saia, allora senatore di Alleanza nazionale, 23 maggio 2006
«Non brontolare, Maometto, siamo stati messi in caricatura tutti quanti, qui» Maglietta esibita da Roberto Calderoli, allora ministro della Lega, al Tg1, 15 febbraio 2006. Il 17 febbraio una violenta protesta si svolse davanti al consolato italiano di Bengasi, in Libia. La polizia sparò sulla folla: 11 morti
«Ho rispolverato tutte le mie arti da playboy, utilizzando una serie di sollecitazioni amorevoli nei confronti della signora presidente» Silvio Berlusconi, 22 giugno 2005, dopo un incontro con l’allora presidente finlandese Tarja Halonen
«Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapò» Silvio Berlusconi, rivolto al parlamentare europeo tedesco Martin Schulz che gli chiedeva conto del suo conflitto d’interessi, 2 luglio 2003
«Fatevi dire da Maroni se Biagi era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza» Claudio Scajola, allora ministro Pdl, 29 giugno 2002. Dovette dimettersi
«Prendiamo le impronte digitali agli immigrati» Renato Cambursano, allora senatore
della Margherita, 9 maggio 2002.
Concetto Vecchio, il Venerdì di Repubblica 15/8/2014