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 2014  agosto 15 Venerdì calendario

APPLAUSI E VOTI A IOSA PER IL SINDACO MESSICANO CORROTTO MA SINCERO

Corrotto, ma sincero. Il sindaco del comune messicano di San Blas è stato appena rieletto, malgrado avesse riconosciuto di aver «rubato solo un pochino». «Ho rubato, sì, ma poco poco. E sempre a favore dei poveri» ha confessato a bruciapelo durante la campagna elettorale Hilario Ramírez Villanueva. Non perde tempo a farsi paladino dell’onestà. «Attenzione, amici, perché quel che con una mano rubavo, con l’altra lo davo ai poveri». Così, con questa originale autoamnistia alla Robin Hood, questo sindaco cinquantenne è stato riconfermato e applaudito dalla tribuna. E poi, un pizzico di opportuna arringa anticasta: «Non sono un politico né campo grazie alla politica, sono un semplice, comune cittadino». Hilario, detto «Layín», si smarca dal ceto dirigente, gioca al ribasso, fa il filo agli elettori e segna il suo gol nelle urne. Macho latino a tutto tondo, personaggio da film western. Abbigliamento stile texano, cappello da cowboy, baffi larghi, camicia aperta, petto villoso. Dileggiato dalla stampa, che lo chiama «il sindaco generoso». Già nelle feste patronali della sua prima amministrazione (2008-2011), Layín non badava a spese: automobili ultimo modello e contanti per tutti; mazzette estratte dalla tasca per bagnare la folla con banconote. Sempre pronto allo scherzo, con sprezzo del rischio e del ridicolo. Come quando in uno spot tv tiene in braccio una neonata e spara: «Magari avessi 17 anni… Voteresti per me e saresti la mia ragazza». Ai messicani piacciono i chascarrillos (gli scherzi), si giustifica. Esperto in colpi di scena, Hilario assunse il suo primo incarico cavalcando un purosangue nero, stimato in 250mila dollari. Entrò nel palazzo municipale in sella. Al suo ultimo compleanno da sindaco, uno sfoggio di impunità: regalò 15mila scatole di birra e elettrodomestici. «Se uno celebra sé stesso, allora il popolo deve festeggiare al suo fianco; ci vuole gusto e piacere, insieme». Un sindaco sui generis, insomma, che non esita a sperperare le risorse di un comune piuttosto precario, con 43mila abitanti che stringono la cinghia e vivono di allevamento, pesca e agricoltura. Ramírez si gode la sua rielezione dopo aver cambiato maglia politica mille volte lungo la sua carriera. Poco tempo fa, militava nelle file del Partido Acción Nacional (Pan), la formazione che nel 2000 spiazzò dal potere il Pri, da settant’anni al Palacio Nacional. A quei tempi, un altro cowboy del Pan, Vicente Fox, ex presidente di Coca-Cola Messico, diventava capo di Stato. Oggi invece Hilario si dichiara «indipendente», finanziato dai propri risparmi. E pensa già alla costruzione del suo mito personale. Afferma che la Bbc gli avrebbe offerto sei milioni di dollari per girare la storia della sua vita. E magari davvero il sindaco spendaccione farà in tempo a diventare anche attore, prima che gli piombi addosso la sentenza della causa in corso per frode fiscale. «Sul mollo di San Blas, lui giurò che sarebbe tornato» dice una delle canzoni più popolari del gruppo rock messicano Maná. «Ho rubato poco perché al municipio c’erano pochi soldi» ammette Layín. «Ma ora sono tornato. E se non dovessi mantenere le promesse fatte in campagna, venite in ufficio e mandatemi pure a quel Paese».
Matías Marini, il Venerdì di Repubblica 15/8/2014