Morya Longo, Il Sole 24 Ore 15/8/2014, 15 agosto 2014
CLASSI VUOTE ALLE LEZIONI SULLA CRISI
Sette anni. La vita di un bambino che frequenta la seconda elementare. Tanto è passato dal l’inizio di questa crisi epocale. Sette anni fa, a metà agosto del 2007, i mutui subprime americani mietevano le prime vittime: proprio in questi giorni Bnp Paribas era costretta a congelare tre fondi monetari troppo esposti sui mutui Usa.
Le Borse, sui massimi, iniziavano a tremare. E le Banche centrali, sia la Fed sia la Bce, erano costrette a effettuare le prime iniezioni di liquidità per frenare il panico.
Sono passati sette anni. Da allora le banche centrali di tutto il mondo hanno aumentato la quantità di moneta (M2) da 35mila miliardi di dollari a 59mila miliardi. Molte regole sono state riscritte: solo per le banche, secondo uno studio di Bcg, sono state partorite a livello mondiale 200 normative con 1.200 adempimenti. Eppure la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Non solo l’Europa torna in recessione, ma i mercati finanziari appaiono oggi altrettanto squilibrati: 200 normative non hanno evitato la creazione di bolle speculative e di un sistema bancario «ombra» che ormai vale 67mila miliardi di dollari.
A preoccupare oggi è ancora il mercato obbligazionario. Non solo le emissioni di bond aziendali ad alto rischio sono a livelli record, con rendimenti sui minimi. Ma sono tornate a piacere le strutture finanziarie iper-rischiose. Secondo la Bce, il mercato delle obbligazioni «covenant-lite» (quelle con basse garanzie contrattuali per chi le compra) negli Usa ha triplicato la stazza già nel 2013, arrivando a 280 miliardi. I bond «pay-in-kind» (che pagano interessi sotto forme diverse dal cash) sono tornati sui livelli pre-crisi. Persino le complesse strutture finanziarie stanno resuscitando alla grande: il Wall Street Journal ha scoperto che Goldman Sachs sta creando nuovi titoli strutturati ad alta complessità che ricordano gli eccessi proprio di quegli anni.
Ma le nuove emissioni, cioè il mercato primario, non sono l’unico problema. Oggi preoccupa le Autorità anche il mercato secondario: cioè il mercato dove i bond vengono contrattati tra gli investitori. Ebbene: dato che regole di Basilea 3 hanno costretto le grandi banche a ridurre molte attività, inclusa quella di market-making, il mercato secondario dei bond si sta letteralmente prosciugnando. Calola Rbs che i volumi di scambi e la liquidità sui bond aziendali globali si siano ridotti del 70%. Questo è grave: se un giorno le vendite su bond aziendali o su altri titoli dovessero arrivare copiose, il mercato potrebbe infatti entrare in una crisi di liquidità simile a quella che colpì le Abs nel 2007.
Persino il mercato immobiliare in certi Paesi è tornato in piena bolla. Per esempio in alcuni Stati del Nord Europa o in Gran Bretagna. Calcola Rbs che il 23% delle famiglie inglesi con un mutuo, ha un debito pari a quattro volte il reddito. E questo non promette nulla di buono in vista dei primi possibili rialzi dei tassi da parte della Bank of England. Insomma: sono passati sette anni, ma il film sembra sempre lo stesso. Tante falle sono state tamponate, certo, ma tante altre si stanno formando. L’Europa torna dunque vulnerabile proprio nel momento in cui i mercati finanziari sembrano toccare eccessi (e rischi) che non si vedevano da anni.