Natalia Aspesi, il Venerdì di Repubblica 15/8/2014, 15 agosto 2014
CHE IPOCRITE LE DONNE! PARLANO SEMPRE DI AMICI GAY E MAI DI AMICHE LESBICHE
Mi stupisco che qualunque donna conosciuta tipo voi giornaliste, attrici, cantanti ecc. (mi rifiuto di usare il termine Vip) abbia sempre e solo amici gay, cioè amici maschi omosessuali. Mai sentito o letto che abbiate anche amiche lesbiche (termine molto meno simpatico di gay, ovviamente!). È possibile che non conosciate o frequentiate anche donne lesbiche? Ho lavorato per anni nell’ambiente dello spettacolo (adesso sono in pensione), nella parte organizzativa. Sono molte, veramente molte le donne che non disdegnano i legami saffici, ma mai nessuno lo ammette, certi grossi nomi parlano solo dei loro cari amici gay: innamorate del loro marito assai più anziano, spesso fisicamente disgustoso, ma che ha fatto la loro fortuna e via discorrendo. Tutte cinguettano in tv di quanto si trovino bene con i loro amici gay, ma conoscono solo uomini, e le loro care amiche lesbiche? Possibile che non ne abbiano?
Non pensavo che le donne fossero così ipocrite e bugiarde. Quando le sento mi viene il voltastomaco: e così facilitiamo sempre di più la vita ai maschi. È lo stesso discorso di quando si parla del diritto dei preti di sposarsi, ma alle monache non pensa mai nessuno, come se fossero asessuate e senza normali necessità affettive oltre che sessuali. Credo e spero per loro che sappiamo arrangiarsi benissimo tra consorelle senza la pesantezza della presenza maschile. Ci pensi, la colpa è in gran parte solo delle donne che persistono nelle loro ipocrisie, che forse in ultima analisi e nonostante lo schifo, ci hanno permesso di ottenere qualcosa, ma a un prezzo decisamente mortificante.
Lettera firmata - Torino
La ringrazio della lettera (se ho capito bene, lei è lesbica) perché, mentre qualche gay mi scrive, è da anni che non ricevo lettere da lesbiche. Non credo di essere ipocrita se le assicuro che ho molti ma molti amici gay (quasi tutti in coppia) e per fortuna, perché sono i soli uomini ancor giovani, che invitano a cena le donne anziane e rimaste sole e stanno con loro volentieri. Ho conosciuto ragazze lesbiche negli anni 70, quando stare tra donne era un gesto politico che impegnava anche donne etero, almeno temporaneamente. Attualmente conosco un paio di ragazze lesbiche che non mi chiedono amicizia né me la offrono, ma mi usano per confidare i loro drammi d’amore. Insomma sono loro a non voler far parte della mia vita, forse perché non ho la loro età e non sono attraente. La mia impressione è che le donne lesbiche non amino dichiararsi né perdere tempo con altre donne che non le interessano. È il cinema a dare loro spazio: a parte il bellissimo La vita di Adele uscito l’anno scorso, sta per essere distribuito anche in Italia un altro film francese, una commediola molto carina, Rompicapo a New York, con una simpatica coppia di donne, una delle quali mette al mondo il figlio che tutte e due desiderano, ma che non è molto fedele. Sia meno astiosa con noi, e prima di tutto non mi giudichi famosa. Una giornalista non lo è, fa un lavoro come un altro, anche mal pagato. Quanto alla parola Vip, io l’ho usata raramente nei miei articoli e solo per prendere in giro la persona. Quanto alle monache, un’altra volta.