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 2014  agosto 15 Venerdì calendario

DALLO SPREAD AL PIL: IL FERRAGOSTO È SEMPRE BOLLENTE


ROMA — Di nuovo agosto, e di nuovo davanti a un bivio. Sempre questa dannata crescita che tradisce le speranze, la solita ed unica sferzata di freddo che colpisce le vacanze degli italiani. Meno 0,2% dice il termometro del prodotto interno lordo, quest’estate. Il preambolo del dibattito sugli aggiustamenti di bilancio, sulla manovra bis e la Finanziaria dell’anno prossimo, che oggi si chiama Legge di Stabilità, ma che agli occhi dei cittadini suona sempre come lacrime e sangue.
Da quel mese di agosto del 2011, quando lo spread sui titoli di Stato prese a salire vorticosamente segnalando i rischi di un’avvitamento pericolosissimo, e la Bce sollecitò il governo ad agire, di manovre ne sono state varate parecchie. E per importi enormi, senza precedenti: le correzioni nette dei conti dal 2011 a oggi, cumulate, pesano sul bilancio pubblico di quest’anno per la cifra quasi incredibile di 78 miliardi di euro.
I sacrifici, o i compiti, li abbiamo fatti. Eppure, mentre la crisi si trasferiva dalla finanza all’economia reale, il prodotto ha continuato a scendere, e la disoccupazione, che in Italia aveva faticosamente raggiunto l’agognata media europea, a salire, mietendo vittime soprattutto tra i giovani che cercano lavoro. Nel 2011 era uno su quattro a non trovarlo, oggi uno su due, e in pratica il loro numero è raddoppiato. Di pari passo, è stato necessario stanziare sempre più soldi pubblici per la cassa integrazione in deroga, che nel 2011 non copriva un milione di ore di lavoro, e l’anno scorso ne ha finanziate 1,2 milioni.
Con la cura da cavallo il deficit è stato spuntato, riportato sotto il fatidico tetto del 3% del prodotto interno lordo, ma con l’ennesima gelata sulla crescita, la tenuta di quel rapporto, indispensabile, quest’anno torna a rischio. Il debito nel frattempo ha continuato ad aumentare, anche per l’enorme spesa sugli interessi, solo ora in flessione grazie alla discesa dello spread. Tra l’estate del 2011 e quest’anno il debito è aumentato di 266 miliardi di euro, più del 10%. Era, è e resterà ancora il nodo da risolvere più grosso che abbiamo, insieme a quello di un’economia che non riesce a crescere al ritmo del suo potenziale. Due problemi che aspettano soluzione da ben prima di quell’agosto del 2011.