Andrea Selva, la Repubblica 17 agosto 2014, 17 agosto 2014
TRENTO
Colpevole di aver voluto difendere i suoi cuccioli dall’uomo, tradita dall’istinto materno, per l’orsa Daniza è scattata l’ordinanza di cattura, con la possibilità di abbatterla nel caso in cui le cose dovessero complicarsi. Nell’ipotesi migliore quest’orsa di 19 anni — importata dalla Slovenia nella primavera del 2000 per ripopolare di plantigradi le foreste del Trentino — finirà i suoi anni in un recinto. Lo ha deciso la Provincia autonoma di Trento dopo l’aggressione a un cercatore di funghi la mattina di Ferragosto: «Ho creduto di morire » ha raccontato Daniele Maturi, 38 anni, tecnico delle funivie, che andava nei boschi delle Dolomiti di Brenta cercando funghi e ha trovato due orsacchiotti. Pare che si sia fermato tra gli alberi ad osservarli quando è stato attaccato dall’orsa: «Mi stava
sopra, ho cercato di proteggermi il viso dalle zampate, poi se n’è andata». Minuti terribili, di cui nessuno dubita: Maturi è uscito dall’ospedale di Tione con 40 punti di sutura a braccia e gambe. E per l’orsa è scattata la condanna alla prigionia, anche se ascoltando le parole di Maturi sorge la sensazione che ci sia stata — da parte dell’animale — la volontà di graziarlo. Per Daniza una trappola è già pronta nei boschi, ma il primo tentativo di catturarla è andato a vuoto l’altra notte mentre gli ambientalisti fanno sentire la loro voce. Anche attraverso i social network: ieri su Twitter #iostocondaniza era uno degli argomenti di tendenza, con gli ambientalisti che già minacciano di boicottare il Trentino del turismo, infuriati per la condanna di “mamma orsa”. Sono passati quindici anni da quando la giunta provinciale decise di riportare gli orsi in Trentino con una decina
di esemplari prelevati in Slovenia. Ora gli orsi sono diventati una quarantina e la Provincia si trova a fare i conti con le proteste, soprattutto da parte dei residenti. E poco importa se una decina di giorni fa nei boschi della Paganella i turisti erano rimasti a bocca aperta per lo show di un orso (un altro) in piedi fra gli alberi a farsi fotografare. I partiti dell’opposizione, la Lega in prima linea, chiedono l’abbandono del progetto orso e l’intervento della magistratura: la provincia non ha garantito la sicurezza.
Siamo nel territorio del Parco naturale delle Dolomiti di Brenta, ma sulla cattura di Daniza anche il Parco è d’accordo: «Abbiamo partecipato alla decisione» conferma il direttore Roberto Zoanelli. Il Parco era d’accordo anche quando nel 2007 venne catturata Jurka, un’altra orsa slovena “colpevole” di troppe scorribande alla ricerca
di cibo in paese assieme ai suoi due cuccioli. Zoanelli sostiene comunque che la comunità di orsi — anche senza Daniza — è autosufficiente.
Il Wwf del Trentino pensa agli orsacchiotti: «Daniza è stata tradita dalla troppa confidenza con l’uomo, ma dovrebbe restare con i suoi piccoli» spiega Osvaldo Negra. Contraria alla cattura anche la Lav del Trentino: «Chi va in montagna deve essere consapevole dei rischi ed evitare di avvicinarsi ai cuccioli» dice Danilo Tomasoni.
La femmina con i cuccioli è l’orso più pericoloso, assieme agli esemplari feriti o impegnati a consumare il cibo: stare alla larga è la prima regola. In caso di incontri mantenere la calma, evitare di correre e lasciare sempre all’orso una via di fuga: è probabile che sia lui il primo ad allontanarsi.