17 agosto 2014
Alessia Giustini, 18 mesi. L’altro pomeriggio, mentre la mamma Sara Bedini, 32 anni, infermiera, era al mare con l’altra figlioletta Sofia, di 4 anni, e i suoi genitori, dormiva a casa con papà Luca, 34 anni, macchinista delle ferrovie, a detta di tutti «bravissimo ragazzo» che però negli ultimi tempi pareva triste e stressato, scoppiava spesso in lacrime e al suo più caro amico aveva confidato che non ce la faceva più a stare a casa: «Mi manca l’amore»
Alessia Giustini, 18 mesi. L’altro pomeriggio, mentre la mamma Sara Bedini, 32 anni, infermiera, era al mare con l’altra figlioletta Sofia, di 4 anni, e i suoi genitori, dormiva a casa con papà Luca, 34 anni, macchinista delle ferrovie, a detta di tutti «bravissimo ragazzo» che però negli ultimi tempi pareva triste e stressato, scoppiava spesso in lacrime e al suo più caro amico aveva confidato che non ce la faceva più a stare a casa: «Mi manca l’amore». Questi d’un tratto s’avvicinò alla culla impugnando un coltello da cucina e con quello colpì la pupa cinque volte al cuore e ai polmoni con tanta forza da trapassarle il corpicino da parte a parte. Poi telefonò a sua moglie: «Vieni, ho fatto un casino». Rientrata in casa, la donna trovò il macello. Ai carabinieri, ebbe solo la forza di dire: «Ho lasciato il coltello vicino a lui sperando che si ammazzasse». Il Giustini Luca, ricoverato in un ospedale psichiatrico, qualche giorno dopo spiegò al gip: «Ho dovuto sacrificare Alessia, me l’hanno detto le voci». Pomeriggio di domenica 17 agosto in un appartamento in via Patrizi, a Collemarino, frazione di Ancona.