Guido Ceronetti, la Repubblica 15/8/2014, 15 agosto 2014
COME VINCERE L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DEL MESE D’AGOSTO
Un lambimento di simpatia e di frescura viene da “Azzurro”, la più accattivante canzone di Paolo Conte.
UN leggero sapore di miele nell’impregnazione di amaro dell’Agosto, il più crudele dei mesi. Ma è legittimo che il geniale autore abbia un attimo di ripensamento e dica “Quasi quasi prendo il treno...”: quell’esitazione può valere una salvezza, in specie da malumori coniugali, maltempo, inebetimento da spiaggia, cibo affollato, meduse urticanti. Quasi quasi io non lo prendo quel treno, sarà bello rivederci a fine mese, la ferrovia è sempre più cara e l’aria sui treni è da frigo di ristorante. Tanto, di azzurro, nei cieli italiani ne vedi ormai poco. Bastano due date storiche a dire tutto il male di agosto: la catena delle mobilitazioni e i primi spari alla frontiera francese della Grande Guerra tra il 1° e il 4, e il 6 e il 9 di Hiroshima e Nagasaki. E da allora la guerra svolazza qua e là senza mai esaurirsi, muta soltanto il tipo delle armi, il livello di odio necessario. La scissione del mese nei due fondamentali e più comuni segni astrologici del Leone e della Vergine crea diversità caratterologiche nettissime e io ho sempre rimpianto di non essere nato qualche giorno prima, sarei stato coraggioso, intraprendente, volontarista, determinato, qualità ovviamente leonine; mi calza invece l’ombra pervasiva della Vergine agostana, figlio di una madre paurosissima che le doglie (dette in biblico, con una sonorità bellissima e allarmante tzirìm) colsero la notte del supplizio di Sacco e Vanzetti (Boston, tra 23 e 24 agosto 1927, Old Sparky). Ho trovato rare immagini di quel giorno 24, con le dimostrazioni di protesta in cappelli di paglia nelle città europee. Parrà strano, ma i giornali italiani in quell’occasione furono autorizzati ad unirsi alle proteste per i due connazionali giustiziati per le loro idee e pubblicarono ampie corrispondenze. Ma Mussolini non aveva dimenticato i suoi anni di estremista anarcoide né ancora firmato i patti con la Chiesa che avrebbero orripilato i due poveri emigrati italiani. Tutte le carte sul famoso caso sono riunite, per dono della sorella di Vanzetti, nell’archivio della Resistenza di Cuneo. (Così mi fu detto, non avendo fatto in tempo a incontrarla). I pungenti tzirìm di mia madre si sono, forse, in un impalpabile annullamento di distanze, intrecciate ai fili della Sedia che bruciò i due anarchici. Sulle rotte del sogno, il 9 agosto 1969 è la terza data più crudele e distruttiva di agosto, insieme alle già dette, 1914 e 1945. — È arrivata l’ora dell’Helter Skelter! — disse Charles Manson alla sua Family che lo adorava come reincarnazione di Gesù Cristo, e distribuì i coltelli. Fu la strage al 10050 di Cielo Drive in California, quella ricordata soprattutto per l’uccisione di Sharon Tate. (Le vittime della Family, detta dell’ Anima Infinita, furono nelle due spedizioni omicide sette in tutto, ma l’obiettivo era l’intero genere umano. Helter Skelter, come tutti sanno, è una can- zone drogata dei Beatles, metafora dell’Otto Volante, che contiene un pizzico di esortazione ad uccidere: Manson la faceva girare di continuo in estasi da Getsemani satanico. Come si partiva in tripudio in agosto 1914 per fare strage di un nemico sconosciuto (dunque per un crimine gratuito: un death to pigs, un gigantesco pre-helter-skelter), così la Family, ipnotizzata dal capo e abitualmente fatta di L. S. D., partì il 9 agosto ebbra di entusiasmo per dare inizio, su vittime ignote, tra cui una incinta di otto mesi, allo sterminio di tutti gli immaginari Pigs della terra. Mi sforzo di dare idee chiare; in realtà, come l’amato profeta Isaia, “mi torco nel non capisco”.
Sfuggito alla pena di morte, Manson, che io sappia, è ancora vivo e morirà in cella, perché ritenuto tuttora pericoloso. La più feroce delle sue donne, Susan Atkins detta Sadie, credo sia morta dopo essere diventata predicatrice metodista; non ne ho altre notizie. Ma tra i più bei pensieri del mondo voglio ricordare le memorabili parole con cui Colin Wilson chiude il suo appassionante catalogo di crimini, Order of Assassins (in italiano “La filosofia degli assassini”, Longanesi 1972). È un pensiero di salvezza, di attualità e validità evangeliche, che pare adattarsi in special modo alla gioventù contemporanea: “Privato dei significati che oltrepassano la sua esistenza quotidiana, l’uomo si riempie di disgusto e di livore, e in qualche caso passa alla violenza. E una società che non sappia aprire vie di sfogo alle passioni ideali degli uomini chiede di essere ridotta in macerie dalla violenza. Quando avremo capito questo, l’era dell’omicidio senza movente tramonterà”. Ma all’Helter Skelter scatenato quel 9 d’agosto dal Jesus-Satan di Death Valley non è stato posto il minimo riparo ideale. Va su e giù incontrastato, ininterrottamente, sulle mute rotte dell’Invisibile, dentro l’implacabile Luna Park del mondo.
“Agosto moglie mia non ti conosco”: chi possiede la chiave di questo oscuro proverbio? Qui “conoscere” ha certamente il significato sessuale che ci ha trasmesso la Bibbia: “E David conobbe Betsabea...” ecc. Mogli, compagne, colleghe, amanti di un giorno, il proverbio è estensibile al di là del matrimonio a tutte le donne desiderabili. E l’agosto sembra invitare chi è sveglio a conoscerne senza risparmio, approfittando della Feria, di quelle vacanze imposte a tutti da un Helter Skelter delle autostrade e dei Tours planetari. Gli abiti leggeri, addirittura il breve indulto che permette alle donne di uscire dalla galera dei jeans e degli stivali senza braccialetto elettronico, non smentiscono, non rendono vana, paradossale, incongrua, la raccomandazione proverbiale? Grazie a chi vorrà aiutarmi con lanterna non banale.
Guido Ceronetti, la Repubblica 15/8/2014