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 2014  agosto 14 Giovedì calendario

DA COLUMBINE A OGGI, 15 ANNI DI MASSACRI


Dal 1 gennaio al 30 giugno 2014 si sono registrate negli Stati Uniti 160 morti in episodi classificati come “mass shooting”, sparatorie con l’intento di uccidere che coinvolgono più di quattro persone. Per la maggior parte sono vicende relegate nei notiziari locali.
Ma la storia americana degli ultimi anni è costellata di episodi che hanno sollevato grande allarme, e innescato dibattiti sulla necessità di rivedere le legislazioni sulle armi. Ma non è mai accaduto nulla e l’oblio ha coperto ogni cosa.
Ecco le vicende più gravi avvenute dopo il 20 aprile 1999, quando due teenager, Eric Harris e Dylan Klebold, uccisero 13 persone, ne ferirono 21 e poi si suicidarono all’interno della scuola Columbine a Littleton, in Colorado.
26 dicembre 2000: Michael McDermott uccide sette colleghi di lavoro al grido di «sono arrivato in tempo per uccidere Hitler e sei nazisti». Condannato a sette ergastoli.
8 luglio 2003: Doug William, impiegato della Lockheed Martin, spara e uccide sette colleghi e ne ferisce altri sette per motivi razziali.
21 marzo 2005: Il teenager Jeffrey Weise uccide il nonno e la sua compagna, si reca nel liceo di Red Lake, Minnesota, uccide nove persone, ne ferisce cinque e si spara.
25 marzo 2006: sette morti e due feriti per mano del 28enne Kyle Aaron a Seattle, Stato di Washington.
6 ottobre 2006: in Pennsylvania, il 32enne Charles Carl Robert entra in una scuola, divide i ragazzi dalle ragazze, lega queste ultime. Ne uccide cinque e ferisce sei. Poi rivolge l’arma contro se stesso.
16 aprile 2007: il 19enne Robert Hawkins entra in un grande magazzino di Omaha, Nebraska, uccide nove persone, ne ferisce quattro e si spara. Il fucile semiautomatico lo ha preso a casa dei genitori.
14 febbraio 2008: alla Northern Illinois University il 27enne Steven Kazmierczak apre il fuoco in biblioteca uccidendo sei studenti e ferendone ventuno. Si suicida prima dell’arrivo della polizia.
3 aprile 2009: Jiverly Wong, 41 anni, entra in un centro di assistenza per gli immigrati a Binghamton, New York, uccide tredici persone, ne ferisce quattro e si uccide.
5 novembre 2009: Lo psichiatra Nidal Malik, maggiore dell’esercito Usa, uccide tredici persone e ne ferisce ventitré nella base di Fort Hood, Texas, al grido di «Allah è grande».
8 gennaio 2011: il 22enne Jared Loughner apre il fuoco a Tucson, Arizona, durante il comizio della candidata democratica al Congresso Gabby Gifford, che viene ferita in modo grave alla testa ma sopravvive e diventa una paladina del movimento anti armi. Loughner uccide sei persone e ne ferisce tredici. È stato condannato a sette ergastoli più altri 140 anni di detenzione.
2 aprile 2012: Thomas Lane, uccide tre compagni di scuola e ne ferisce altri tre.
6 aprile 2012: Jake England e Alvin Watts, 19 e 32 anni rispettivamente, aprono il fuoco contro un gruppo di afroamericani, ne uccidono tre e feriscono due.
20 luglio 2012: James Holmes apre il fuoco durante la prima di “Batman” ad Aurora, Colorado, uccide dodici persone e ne ferisce cinquantotto. È sotto processo.
5 agosto 2012: il veterano Wade Michael Page uccide sei membri del Sikh Temple, ne ferisce cinque e si toglie la vita.
14 dicembre 2012: il 20enne Adam Lanza arriva alla scuola elementare di Sandy Hook, Connecticut, uccide venti bambini e sei adulti e si toglie la vita. Si scopre poi che ha ucciso anche la madre in casa per prendere le armi usate nell’azione.
7 giugno 2013: John Zawahri, un 23enne in cura psichiatrica, armato e con mille e 300 munizioni di riserva, uccide il padre e il fratello prima di andare al Santa Monica College, California, dove ammazza tre studenti. Viene ucciso dalla polizia.
16 settembre 2013: Aaron Alexis, un contractor dell’esercito, entra nel Navy Yard della capitale Washington e uccide dodici colleghi di lavoro perché «una voce glielo ordina». Viene ucciso dalla polizia.