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 2014  agosto 14 Giovedì calendario

PALMA NERA ALLA CAMPANIA MA TUTTO IL SUD NON SPENDE


LA CLASSIFICA
ROMA Se il pessimo utilizzo dei finanziamenti Ue è la malattia («l’Italia deve ancora spendere più della metà delle risorse disponibili»), il sud è il cuore della patologia. L’indagine Eurispes sull’utilizzo dei fondi 2007-2013 analizza il tasso d’attuazione medio dei programmi operativi regionali e parla di «Paese a due velocita». Da una parte il nord dove in media sono stati spesi circa il 75% dei finanziamenti. Dall’altra le regioni del mezzogiorno nelle quali in molti casi si fa fatica a raggiungere il 30%. Tra le aree virtuose, la Basilicata e, in minor misura la Puglia, con valori chiaramente superiori alla media del Sud Italia. Dall’altro lato, ci sono invece le aree in forte ritardo.
PAESE SPACCATO
Zone che, come rilevano i ricercatori, «esibiscono livelli di attuazione dei programmi operativi particolarmente modesti, soprattutto in relazione alla spesa dei fondi europei per lo sviluppo (Fesr)». E in questo senso il tasso di realizzazione per le risorse Fesr si ferma al 33,3% in Campania, al 36,5% in Calabria, al 40,5% in Sicilia, al 59,4% in Puglia e al 62,2% in Basilicata. Mentre per il Fondo di sviluppo europeo (Fse) resta bloccato al 56,4% in Sicilia, al 59,1% in Campania, al 59,6% in Calabria, al 62% in Puglia, al 74,3% in Basilicata. Complessivamente, tra Fesr e Fse, gli stanziamenti non spesi sono pari a circa 2,52 miliardi su 3,99 impegnati in Campania, 2,4 miliardi su 4,3 in Sicilia, 1,3 miliardi su 3,25 in Puglia, 1,12 miliardi su 1,92 in Calabria, 146 milioni su 429 in Basilicata. Così Eurispes sottolinea che «l’Italia rappresenta uno dei maggiori contribuenti al bilancio dell’Ue, ma anche uno dei suoi principali beneficiari, per lo meno in termini assoluti, soprattutto per quanto riguarda le regioni del Sud della penisola, eppure il nostro Paese fatica a spendere le risorse messe a disposizione».
LENTEZZA CRONICA
Dall’indagine emerge un ritardo cronico nei confronti degli altri paesi Ue, che vantano tassi di esecuzione decisamente più elevati del nostro. Ad esempio, il tasso di attuazione dei programmi operativi finanziati dal Fesr si attesta poco al di sopra del 45%, un valore ben al di sotto della media Ue (60,81%), e del paese che ha registrato la performance più lusinghiera, la Lituania (80,1%). Soltanto due paesi sono riusciti a fare peggio di noi: la Croazia, il 22%, ma solo in virtù che fatto che, essendo stata ammessa nell’Ue soltanto nel 2013, non ha avuto il tempo materiale di spendere le risorse che Bruxelles le ha messo a disposizione. Percentuali analoghe si riscontrano anche in relazione al tasso di realizzazione dei programmi legati all’obiettivo Convergenza, il che suggerisce che il dato sul Fesr sia pesantemente influenzato dall’incapacità di spesa nell’ambito dell’obiettivo Convergenza. Anche in questo caso provvede la solita Romania a salvare, seppur parzialmente, l’onore dell’Italia, mentre il primo della classe è un altro paese baltico, l’Estonia (78,3%).
BALTICI EFFICIENTI
Il tasso di realizzazione è leggermente più lusinghiero per quanto riguarda i programmi finanziati dal Fondo sociale europeo, con il 58,66% di spesa delle risorse impegnate, e un non certo esaltante 16esimo posto su 26. Per l’ennesima volta, il più elevato tasso di realizzazione spetta a un paese baltico, stavolta la Lettonia, che registra lo sbalorditivo tasso di realizzazione del 95%, ben superiore al 63,5% che rappresenta la media Ue.
M. D. B.