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 2014  agosto 14 Giovedì calendario

MARYAM, REGINA DELLA MATEMATICA «SONO UNA PENSATRICE LENTA»

Era l’ultima fortezza tutta maschile dell’universo scientifico, la medaglia Fields. Il più prestigioso dei riconoscimenti per l’eccellenza in matematica viene assegnato ogni quattro anni ed è l’equivalente del Nobel, che non contempla la regina delle scienze fra le discipline premiate. L’iraniana Maryam Mirzakhani è la prima donna a entrare in questo club di super-talenti che devono avere, per statuto, meno di 40 anni. Da quando il premio è stato istituito nel ‘36 lo hanno ricevuto in 52, tutti uomini.
Diventare il volto femminile della matematica non rientrava nei suoi piani. Ma questa trentasettenne esile e determinatissima, lo sguardo grigio fiero e gentile, i bei lineamenti incorniciati dai capelli corti, da oggi rappresenta una fonte di ispirazione per tutte le ragazze che esitano a intraprendere una carriera in una delle discipline Stem più maschili (l’acronimo sta per scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). A frenarle ci sono le logiche di cooptazione che non risparmiano la più razionale delle professioni, le aspettative sociali, ma anche problemi di autopercezione. A forza di sentirti ripetere che i maschi danno il meglio di sé con i calcoli e le femmine con le parole, ti può passare la voglia di provare. «Questa medaglia Fields è una svolta, un’altra incrinatura nel soffitto di cristallo che abbiamo sulle nostre teste», ci dice Rossella Palomba del Cnr, studiosa delle disparità di genere. Altre vittorie seguiranno, perché «le matematiche che stanno facendo grandi cose sono molte», assicura Maryam.
Mirzakhani dice di essere una pensatrice lenta, prende un problema apparentemente insolubile e lo doma con la perseveranza, osservandolo da punti di vista diversi e nuovi. Il momento più bello è quello della scoperta, la sensazione di essere arrivata in cima a una vetta e di godersi un panorama inviolato. «Ma per la maggior parte del tempo fare matematica per me è come una lunga escursione senza un sentiero tracciato né un traguardo visibile». Spesso gli studenti prendono in antipatia equazioni e figure geometriche senza nemmeno provare a farsi sedurre, e la stessa Mirzakhani all’inizio non le amava. «La bellezza della matematica si mostra solo a chi la insegue con la pazienza». Da bambina voleva fare la scrittrice e dice che i problemi di matematica sono come i personaggi dei romanzi. Evolvono e quando li guardi di nuovo non assomigliano più alla tua prima impressione. Ricorda di aver visto in televisione la biografia di Marie Curie e altre scienziate ma la prima scintilla scocca quando il fratello maggiore le rivela che per sommare i numeri da 1 a 100 non c’è bisogno di fare calcoli su calcoli. C’è un trucco, quello di Gauss, e questa è soltanto la prima sorpresa che la matematica ha in serbo per lei. Si ritiene fortunata: la guerra fra Iran e Iraq si conclude quando finisce le elementari, una cattiva insegnante alle medie la fa dubitare di sé, poi però alle superiori trova una direttrice che non si tira indietro di fronte all’idea di farla partecipare alle Olimpiadi internazionali di matematica, anche se l’Iran fino a quel momento non ha mai schierato una ragazza. È così che a 17 anni vince una medaglia d’oro e a 18 centra il punteggio perfetto. Dopo la laurea a Teheran vola ad Harvard, dove fatica ma non si scoraggia. Ogni giorno è nell’ufficio del professor Curtis McMullen (medaglia Fields anche lui) a fare domande. La sua tesi di dottorato viene considerata spettacolare, arriva la prima cattedra a Princeton, poi il passaggio a Stanford. Finalmente ieri, al Congresso internazionale dei matematici in corso a Seul, le hanno assegnato la medaglia più bella per i suoi studi di geometria non euclidea sulle superfici iperboliche (con lei sono stati premiati tre uomini: Artur Avila, Manjul Bhargava e Martin Hairer, che lavorano in Francia, Usa e Gran Bretagna). Il suo contributo più importante, probabilmente, riguarda i sistemi dinamici, come quello delle interazioni tra Sole, Luna e Terra. Molti problemi di questo tipo non hanno una soluzione matematica esatta, ma Mirzakhani ha dimostrato che con le opportune deformazioni le traiettorie obbediscono a leggi algebriche. Quando lavora riempie di scarabocchi degli enormi fogli di carta stesi per terra e la figlia treenne spesso esclama: «Mamma sta dipingendo di nuovo». Le hanno chiesto quale sia il segreto per pensare in grande. «Devi ignorare i frutti facili da cogliere, quelli nella parte bassa dell’albero».