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 2014  agosto 14 Giovedì calendario

LA7, CAIRO RADDOPPIA I CANALI E VEDE L’UTILE

Occupata nella contesa del vitale mercato brasiliano, Telecom Italia ha forse trascurato le prospettive dell’ex controllata La7, che si rivela sempre più un buon affare per Cairo Communications, mentre per il colosso di tlc fu un pessimo investimento per 12 anni, nonostante i vari tentativi di rilancio e le numerose ricapitalizzazioni, che non produssero mai un euro di utile. Nel maggio 2013 Telecom ha pagato il suo concessionario pubblicitario Urbano Cairo, pur di liberarsi da un’attività che lui in soli 13 mesi ha reso un business autosufficiente e profittevole. In base ai dati della semestrale 2014 resi noti settimana scorsa, Cairo è il primo editore televisivo che si trova a controllare due canali e una piattaforma digitale, oltre a una liquidità milionaria. Quando nel maggio 2013 l’imprenditore ha rilevato da TiMedia il controllo de La7, l’emittente perdeva 5 milioni al mese e il gruppo presieduto da Franco Bernabè per liberarsi della “patata bollente” ha offerto a Cairo una serie di agevolazioni e una dote di 88 milioni che gli permettesse di far fronte ai costi di ristrutturazione. Lo scorso ottobre, avendo verificato che La7 era meno peggio di quel che lo stesso Cairo temeva, l’imprenditore restituì a Telecom 4,8 milioni, mantenendo comunque gli altri 83,2 milioni.
A fine 2013 il gruppo televisivo ha chiuso sotto la nuova gestione con una perdita operativa di circa 20 milioni. Ma già nel primo semestre del 2014, nonostante il fatturato della tv sia rimasto stabile causa crisi, La7 ha registrato il primo utile operativo della sua storia. A giugno l’emittente aveva infatti 82 milioni di ricavi e 4,9 milioni di margine lordo, e ora per gli esperti di Equita dovrebbe chiudere il 2014 con ricavi di 156 milioni, un margine lordo di 7 milioni e un utile operativo di 4 milioni. Se così fosse, Cairo dimostrerebbe che non solo ha risanato l’azienda in un anno, ma ha anche posto le basi per gestirla in autonomia, partecipando alla gara per l’assegnazione dei nuovi multiplex digitali, e investendo 31,6 milioni per avere diritto a usare uno spettro di banda per i prossimi 20 anni. In questo modo Cairo diventerà sempre più indipendente da Telecom Italia Media, il cui contratto per l’affitto dei Mux a prezzi di favore scade nel 2016. Per quella data l’imprenditore, grazie all’accordo siglato con Ei Towers (14 milioni di investimenti tra il 2015 e il 2017 e 18 milioni a partire dal 2018) avrà diritto - a un costo di poco superiore a quello pagato oggi al gruppo Telecom - a utilizzare uno spettro che può ospitare fino a 4 canali.
Secondo le stime di Equita, broker che è tra i più ascoltati da Cairo, il patron del Torino a fine 2016 si troverà in mano un’azienda che fattura circa 190 milioni, con utile operativo di circa 7 e che possiede i Mux per raddoppiare le sue trasmissioni. Dopo aver spesato le perdite 2013 (20 milioni), l’asta per i nuovi Mux (31,6 milioni), i costi per la piattaforma digitale fornita da Ei Towers (14 milioni), l’editore a fine 2016 avrà ancora una ventina di milioni della dote di Telecom con cui finanziare il lancio di nuovi canali.