Stefania Parmeggiani, la Repubblica 13/8/2014, 13 agosto 2014
CHI HA DETTO CHE LE COPERTINE SCOMPARIRANNO?
Il primo è stato Qui Siria della giornalista Antonella Appiano. Poi è arrivato il saggio Interactive Fiction & Ebooks di Enrico Colombini. Quando l’editore digitale Quintadicopertina ha deciso di pubblicarli si è chiesto quale fosse il modo migliore per presentarli ai lettori. Non cercava effetti speciali, ma era dispiaciuto di non riuscire a mettere in risalto la biografia degli autori. Così ha riportato in primo piano le cover, come nei libri di carta, ma trasformando ogni elemento in una porta d’ingresso: toccando il titolo comincia la narrazione, sfiorando il nome dell’autore si apprendono le informazioni biografiche. A settembre pubblicherà un libro sulla crisi ucraina da Maidan alla guerra civile (Revolyutsiya, a cura di Matteo Zola con la redazione di East Journal), rivestito da una confezione ancora più estrema: una mappa che permetterà al lettore di scegliere con un touch la città da cui cominciare il viaggio.
La “prima pagina” interattiva è una delle possibili risposte a quanti nel mondo temono che il digitale uccida le copertine dei libri. Come è accaduto a quelle dei dischi in vinile, delle musicassette e dei film in vhs.
Negli ebook non ci sono pagine da rilegare e nei negozi online la copertina è ridotta alla grandezza di un francobollo o poco più. È un elemento visivo con un valore di marketing pari o inferiore a quello di stellette e recensioni. Al momento dell’acquisto sparisce: chi legge entra direttamente in pagina. Una delle cover più di successo degli ultimi anni, quella della biografia di Steve Jobs scritta da Walter Isaacson, ha fatto il giro delle librerie del mondo, ma un lettore digitale per vederla a tutto schermo sul suo Ipad deve toccare una quindicina di volte la scritta back.
«Quando abbiamo fondato Quintadicopertina — spiega Maria Cecilia Averame — avevamo così tante questioni aperte che non ci siamo soffermati a pensare al design dell’ebook. Tutte le nostre energie erano concentrate sulla funzionalità: che formato utilizzare per raggiungere il numero maggiore di lettori, come promuovere i titoli su cui avevamo deciso di investire. A un certo punto è stato inevitabile chiedersi se la cover avesse ancora una funzione. Ci siamo detti che sì, valeva ancora la pena investire sulla confezione di un libro, ma per mettere in risalto quegli elementi che negli ebook finiscono in secondo piano, ad esempio il profilo dell’autore e la sua bibliografia. Per intenderci quegli elementi che di solito stanno nella quarta di copertina o sul risvolto».
Craig Mod, scrittore, designer e collaboratore del New Yorker, nel saggio Reinventare le copertine ( Apogeo) sostiene sia arrivato il momento di rimettere in di- scussione la faccia del libro, la sua funzione e il suo stile. «La copertina così come l’abbiamo conosciuta è morta. Ma è morta perché il modo in cui tocchiamo i libri digitali è diverso dal modo in cui tocchiamo i libri fisici. Una volta che lo riconosciamo, possiamo trarne le conseguenze». Possiamo disegnare una book jacket — come è chiamata in America — più adatta ai tempi in cui viviamo. Ad esempio investendola di una funzione pubblicitaria. Quella che Mod ha scelto per sé, nella versione inglese Hach the cover ( Pre/Post), si aggiorna automaticamente informandoci della pubblicazione di ogni suo nuovo saggio. A misura di cover la storia del libro infinito, dell’opera costantemente revisionata, corretta e aggiornata dal suo autore, della possibilità di non scrivere mai la parola fine.
Non è solo tecnologia. Il destino delle cover passa anche dalla grafica. L’illustratrice Carin Goldberg ricorda quando adolescente si sedeva nella sua stanza ad ascoltare Joni Mitchell, tenendo la confezione del vinile tra le braccia. Da allora ha disegnato centinaia di copertine tra cui quelle dei libri di Kurt Vonnegut. «La copertina serve a visualizzare una emozione, a rendere concreto un ricordo. Continuerà a fare parte della nostra esperienza di lettura e di ascolto», ha spiegato ai suoi studenti dopo avere deciso di inserire nel programma didattico alcune lezioni dedicate alla grafica degli ebook. «L’idea di una copertina di libro come forma singolare è scomparsa qualche tempo fa e l’ebook può diventare un’opera d’arte totale che mescola audio, video e altre animazioni».
Come il conto alla rovescia per la data di lancio, inserito da un editore inglese nella copertina del romanzo per adolescenti Daylight Saving di Edward Hogan. O come i book trailer con cui iniziare la lettura dei testi creati con la app di iBooks Author. «Non condivido scelte così ardite, mi sembrano effetti speciali — interviene Fabrizio Venerandi, con Averame fondatore di Quintadicopertina e docente del master di editoria della Cattolica di Milano —. Preferisco grafiche più sobrie: pochi colori e ben contrastati, immagini semplici, titolo del libro e dell’autore molto visibili... Sul modello di 40K». Con un catalogo che spazia dal visionario Bruce Sterling al blogger Cory Doctorow, la casa editrice italiana firma delle copertine che funzionano bene con ogni tipo di lettore e a qualsiasi dimensione. Come quelle minimali disegnate da Jason Santa Maria per A Book Apart: colori vivaci e carattere sans-serif su sfondo luminoso. Reggono lo schermo intero e sono perfette anche in versione francobollo.
La scelta della sobrietà può spingersi fino all’estremo: nessuna parola. È il caso del primo libro pubblicato da Seth Godin, per anni uomo chiave del marketing di Yahoo, con Domino project. Poke the Box non ha parole sulla copertina, solo il disegno stilizzato di un uomo che esulta. «Chi ha bisogno delle parole? In Rete — ha spiegato Godin — un libro è sempre accompagnato da un sacco di testo. Quello che c’è da sapere lo leggiamo sullo schermo, la copertina è solo un’icona». Una scelta simile, ma senza rifiutare le parole è stata fatta dalla Apogeo: la stessa grafica per tutte le opere. L’affermazione di uno stile e di un’identità editoriale. La garanzia di qualità per un lettore.
Facile per chi nasce in digitale, ma per chi continua a vivere sia nelle librerie che negli store online? Per ora si evita il problema disegnando una sola cover, quella tradizionale. Interpellato dai giornali americani Paul Buckley, vicepresidente e direttore creativo di Penguin, un uomo tra le cui mani passano ogni anno circa 800 copertine, ne fa una questione economica: «Le divisioni artistiche delle case editrici tradizionali non hanno illustratori specializzati nel digitale» e ingaggiarne di nuovi non conviene. Nella terra di mezzo la soluzione più geniale, secondo Mod, è stata ideata da Cardon Webb, graphic designer di New York tra i più famosi al mondo, per le opere del neurologo Oliver Sacks. Ogni copertina è autonoma e seducente. Richiama l’attenzione del passante dalla vetrina di una libreria, ma è sul web che dà il meglio di sé. Cercatele come ebook o come libri di carta (Vintage) e accostatele una all’altra: compare un unico grande disegno, la testa di un uomo, il suo cervello... Sei cover, un solo manifesto. Presente e futuro dell’editoria riassunti in una immagine.
Stefania Parmeggiani, la Repubblica 13/8/2014