Maurizio Bologni, la Repubblica 13/8/2014, 13 agosto 2014
“SONO LIBERO DAI PARTITI AZIONI DI RESPONSABILITÀ? LE PORTEREMO IN FONDO”
[Intervista a Marcello Clarich] –
FIRENZE. «L’impegno è significativo, io però non ho paura», dice Marcello Clarich, professore di diritto amministrativo alla Luiss, neo presidente della Fondazione Mps.
Il suo predecessore, Antonella Mansi, ha auspicato che la Fondazione Mps prosegua l’opera di «continuità nella discontinuità». Prende l’impegno?
«La mia nomina va in questa direzione. Mansi, affiancata in deputazione da eccellenti professionisti come Alessandro Carretta, ha fatto un ottimo lavoro, ha salvato la Fondazione, gettato le basi per andare avanti. Bisogna insistere ».
E quindi autonomia dell’Ente dalla politica?
«Se qualcuno un mese fa mi avesse detto che sarei stato nominato presidente della Fondazione Mps, lo avrei preso per visionario. Non ho legami con partiti politici e cordate. Ho sempre avuto solo incarichi istituzionali. La frequentazione con politici si limita a coloro che ho conosciuto facendo l’avvocato».
Gli amici dicono che la sua, a Siena, è una missione.
«E’ un’occasione per restituire alla città quanto ho ricevuto. Qui nel 1983 ho mosso i primi passi con il dottorato di ricerca, poi professore associato e ordinario. Qui ho conosciuto mia moglie».
Il patto di sindacato che lega la Fondazione Mps a Fintech (4,5%) e Btp. Cancellarlo? Rivederlo? Allargarlo?
«Guardi, io fino a ieri ero in vacanza sui monti della Svizzera. Oggi avrò il dossier sul patto. Vanno valutati diritti, clausole, dettagli. Da avvocato sono abituato a pronunciarmi dopo aver letto le carte».
La Fondazione soffre anche per casi come quello della partecipata immobiliare Sansedoni in grave perdita «So di certe criticità. Dovremo trovare una soluzione alle situazioni delicate tali da permettere alla Fondazione di perseguire i sui obiettivi primari».
Quali?
«Mantenere il patrimonio come consistenza, gestirlo bene senza consumarlo».
Diversificando gli investimenti?
«La diversificazione è un obbligo giuridico, sta scritta nella legge Ciampi-Pinza. Si tratta solo di scegliere i tempi per realizzarla in modo da poterla gestire al meglio».
Che giudizio sulla Banca di Profumo e Viola?
«Ho assistito ad un grande attivismo, all’importante aumento di capitale, c’è ancora lavoro da fare, ma mi sembra che si incominci ad intravedere qualche luce più verde».
Mansi le lascia in eredità l’azione di responsabilità contro gli ex vertici della Fondazione e l’invito a proseguirla «Sarebbe imprudente pensare di ritirare quell’azione senza attendere le repliche delle controparti. Esaminerò presto pure questo dossier, ma il valore dei professionisti che hanno curato l’atto di citazione garantisce sulla qualità. Sono azioni, queste, che una volta intraprese vanno portate in fondo».
Vero che alcuni citati in giudizio si sono rivolti a lei per il patrocinio legale?
«A loro ho spiegato che non seguo le cause di diritto civile. Se questa è una consulenza che crea problemi, direi che siamo nel mondo dell’immaginario».
Maurizio Bologni, la Repubblica 13/8/2014