Massimo Numa, La Stampa 13/8/2014, 13 agosto 2014
“SOGNO CHE MIO FIGLIO GUARISCA”. MA ERA LEI AD AVVELENARLO
La mamma che avrebbe avvelenato il suo bimbo di 4 anni con dosi di insulina per attirare su di sé l’attenzione dei familiari, dei medici e dei colleghi infermieri, ha risposto alle domande del pm nel primo confronto dopo l’arresto. È un’infermiera professionale di 43 anni, presta servizio nel reparto di Medicina di un ospedale della cintura; nelle prossime ore le perizie psichiatriche per accertare le sue condizioni mentali, se veramente soffre o no della sindrome di Munchaüsen. Le condizioni del piccolo, ricoverato al Regina Margherita, sono stazionarie. Ha un edema cerebrale di notevoli dimensioni, la speranza è che si possa riassorbire senza causare danni permanenti. Ci vorrà tempo, almeno due mesi, per avere un quadro clinico definitivo e certo. Nel frattempo è possibile che la donna venga destinata agli arresti domiciliari o sottoposta a terapie specifiche.
GARA DI SOLIDARIETÀ
Quello che emerge dall’analisi della sua vita sembra in apparente contrasto con quanto è accaduto. Il bimbo da almeno un anno lamentava una serie di disturbi, interpretati in un primo tempo come gli esiti di una malattia del sistema immunitario, in realtà di trattava delle conseguenze di un’ipoglicemia «guidata» dalla madre che non ha mai voluto somministrargli insulina sino alle estreme conseguenze. Alle sue spalle un mondo fragile. La donna viveva sola, con il padre del bambino i rapporti non sarebbero stati sereni e lei, da un ospedale vicino a Torino, aveva chiesto il trasferimento a un’altra struttura, più distante. In sostanza, nel reparto di Medicina dove era stata destinata, ha lavorato pochi giorni, poiché - appunto per le condizioni di salute del figlio - aveva bisogno di poterlo assistere con continuità. I colleghi e i medici avevano cercato di aiutarla in tutti modi, persino con una raccolta di fondi. Lei ringraziava, commossa, e inviava a tutti le foto del bambino.
«IL MIO DIAVOLETTO»
«Per la festa della mamma chiedo come regalo che il mio tesoro stia meglio... sarebbe un grande regalo». E il giorno del suo compleanno: «Vorrei ringraziare calorosamente tutte le spice girls che hanno festeggiato con me il compleanno del mio diavoletto... grazie....».
Ancora: «Ringrazio sentitamente le persone che mi sono state vicine in questo periodo, grazie di cuore». A fianco, una bella foto del bimbo, i grandi occhi neri in un volto pallido ma sorridente.
«LA NOTTE DELLE STELLE»
Invocazioni: «Stanotte è la notte delle stelle e dei desideri... io ho solo un grande desiderio... che il mio cucciolo stia bene... la tua mamma». Di nuovo il piccolo ripreso in un’immagine struggente, lo sguardo perso lontano, i capelli lunghi che ne incorniciano il viso emaciato. Questo bimbo è stato salvato da un’altra mamma, un medico del Regina Margherita. Ha capito che c’era qualcosa di strano; s’è rivolta alla procura. E i pm delle fasce deboli non hanno perso un solo istante. Le videocamere hanno ripreso la donna mentre inseriva le dosi di insulina nel flacone della flebo. E il bambino è stato salvato.
Massimo Numa, La Stampa 13/8/2014