Lorenzo Soria, La Stampa 13/8/2014, 13 agosto 2014
ALLA FINE LA DEPRESSIONE LO HA UCCISO
Robin Williams, l’istrionico e adorato genio comico che ci ha fatto ridere e anche riflettere con i suoi film, si è impiccato nella camera da letto della sua casa di Tiburon, alle porte di San Francisco, con una cintura. Aveva ferite superficiali sui polsi e un coltellina da tasca vicino al corpo. A trovarlo così è stata la sua assistente personale che ha dato l’allarme ieri mattina alle 11.55. Robin Williams aveva 63 anni ed era in cura per la depressione. Tutti particolari resi noti dalla polizia della contea, che ha aggiunto che l’attore aveva preso i farmaci per la cura della depressione anche prima della morte. Ora saranno i test tossicologici a dire se al momento del suicidio fosse in stato di alterazione a causa delle sostanze prese, ma i risultati non arriveranno prima di sei settimane. «Era in una posizione seduta, leggermente sospeso da terra», ha aggiunto la polizia confermando la morte per asfissia e precisando che le prime analisi «non hanno rivelato alcuna ferita da scontri fisici con altri».
Nel chiedere il rispetto per il dolore della famiglia, anche la portavoce dell’attore ha fatto sapere che da mesi stava combattendo «una severa depressione»: nella sua vita a causa dell’alcol era entrato e uscito più volte dalle cliniche di riabilitazione, l’ultima non più di un mese fa.
Qualunque sia stata la vera motivazione della tragica decisione di porre fine alla sua vita, resta il fatto che ha lasciato un profondo segno in generazioni di spettatori nel mondo intero. Recentemente si era riaffacciato alla televisione con la serie comica The Crazy Ones, cancellata dopo una sola stagione: una decisione che lo aveva molto deluso e forse aggravato i guai finanziari che potrebbero essere una delle ragioni del suicidio. Williams dopo il divorzio «era preoccupato per la sicurezza economica della sua nuova famiglia - ha raccontato un amico -. Era frustrato anche perché era costretto a interpretare ruoli che non avrebbe voluto fare, tutto solo per soldi», ha aggiunto la fonte riferendosi all’annuncio che Williams sarebbe tornato sul set di nuovo nei panni di Mrs. Doubtfire, altro suo grande successo. L’attore aveva completato vari film che devono ancora uscire nelle sale. Tra gli altri Il segreto della tomba, terzo capitolo della serie Notte al Museo dove recita la parte di Teddy Roosevelt, e Merry Friggin’ Christmas, una commedia indipendente. Invece in The Angriest Man in Brooklyn, mai uscito in Italia, è un uomo malato a cui non resta molto da vivere e che tenta il suicidio. Ma qui viene salvato.
Williams lascia la terza moglie, Susan Schneider (le altre due erano state Valerie Velardi e Marsha Garces), tre figli (Zachary, Cody e Zelda Rae), e due figliastri. «Questa mattina ho perso mio marito e il mio migliore amico, mentre il mondo ha perso uno dei suoi più amati artisti e delle sue persone più belle - ha dichiarato la donna - la mia speranza è che l’attenzione di tutti sia sui momenti di gioia e di risate che ha dato a milioni di persone».
Lorenzo Soria, La Stampa 13/8/2014