VARIE 13/8/2014, 13 agosto 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - NUOVO RECORD DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
ROMA - Dopo l’inizio di settimana trascorso a Palazzo Chigi per mettere a punto il decreto ’sblocca Italia’ e gli interventi sulla spending review in vista della legge di stabilità e per una serie di contatti a livello internazionale sui vari fronti di crisi aperti, il presidente del Consiglio Matteo Renzi affronta un’intensa due giorni da Nord a Sud, prima di una breve pausa per Ferragosto.
E intanto viene fuori che ieri il premier ha incontrato in segreto il presidente della Bce Mario Draghi nella sua casa di campagna di Città della Pieve, vicino Perugia. Notizia che poi conferma lui stesso in conferenza stampa a Milano: "Sì ho visto ieri Draghi - ha spiegato il presidente del Consiglio- lo vedo spesso". E più tardi, rientrando a Palazzo Chigi ha rassicurato: "Con Draghi ci vediamo periodicamente, era tutto già a posto da prima. L’Italia non è un ’osservato speciale". Renzi pochi giorni fa si era dichiarato d’accordo con Draghi sulla necessità di "cedere sovranità all’Europa" sulle riforme strutturali.
Il premier in mattinata è stato a Milano per visitare i cantieri dell’Expo, sotto una pioggia battente.
Il premier Renzi in visita al cantiere di Expo
Dopo la visita ha incontrato la stampa e ha ribadito: "C’è fame d’Italia, noi non lasceremo il futuro ai gufi e a chi spera nel fallimento del Paese. Sono pronto a scommettere che l’Expo sarà una delle chiavi della ripartenza". E, riferendosi al richiamo dell’Ue all’Italia, ha ammesso: "Lo dico da anni, abbiamo speso male i fondi europei. Utilizzarli meglio è un obiettivo di questo governo. Da Palazzo Chigi - ha aggiunto - si è cominciato a togliere fondi alle Regioni che non spendono fondi europei e metterli sulle scuole e sui progetti legati all’edilizia scolastica". Sul tema ha rassicurato anche il sottosegretario Graziano Delrio: "I 40 miliardi di fondi Ue dell’accordo di partenariato ancora da stipulare rappresentano oggi semmai l’opportunità di spenderli tutti fino all’ultimo centesimo e non il rischio di perderli".
Renzi ha fatto ritorno a Roma nel primo pomeriggio per salutare Papa Francesco, partito alle 16 da Fiumicino per il viaggio in Corea del Sud. E questa sera è previsto il colloquio con presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, magari nella tenuta di Castel Porziano, per un confronto sui temi legati alla politica interna, alla situazione economica e alle questioni internazionali.
Per domani invece l’agenda del presidente del Consiglio prevede un tour nell’Italia meridionale, che lo porterà a Napoli, Reggio Calabria e Palermo. Possibile che durante i vari impegni venga raggiunto dagli echi del dibattito sulla riforma del mercato del lavoro, destinato a proseguire anche alla luce delle dichiarazioni di ieri dello stesso premier, che ha prospettato una riforma dello Statuto dei lavoratori, che superi i confini ristretti della questione dell’articolo 18.
IL DEBITO AUMENTA
MILANO - Il debito delle Amministrazioni pubbliche è salito a giugno di 2 miliardi di euro, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.168,4 miliardi. Lo comunica Bankitalia sottolineando che nei primi sei mesi il debito pubblico è aumentato di 99,1 miliardi, riflettendo il fabbisogno della Pubblica amministrazione (36,2 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (67,6 miliardi). Tuttavia Palazzo Koch rileva come l’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e la rivalutazione dei BTPi hanno contenuto l’aumento per 4,8 miliardi.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 5,6 miliardi, quello delle locali è diminuito di 3,6 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. Sul fabbisogno del primo semestre ha inciso per 4,3 miliardi il sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro. Nel complesso, la quota di competenza italiana a fine giugno era pari a 59,9 miliardi.
Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in giugno a 42,7 miliardi, in diminuzione del 7,7 per cento (3,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2013. E’ quanto si legge nel Supplemento al Bollettino stastitico della Banca d’Italia, secondo cui nei primi sei mesi dell’anno le entrate sono diminuite dello 0,7 per cento (1,3 miliardi). "Tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi", avverte però via Nazionale,
"la riduzione delle entrate tributarie sarebbe stata più pronunciata".
PIU STRANIERI
MILANO - L’economia italiana non cresce ma cresce l’interesse degli investitori esteri per il Belpaese. È targato estero infatti oltre la metà del valore delle acquisizioni e fusioni realizzate in Italia nei primi sei mesi dell’anno secondo l’analisi realizzata da Mergermarket. La ritrovata stabilità, la fine dei timori sul futuro dell’euro ma anche prezzi allettanti sono i catalizzatori del ritorno di interesse degli investitori oltre confine nei confronti delle imprese italiane. I numeri infatti dicono che nella prima metà dell’anno in italia sono state realizzate acquisizioni per un valore superiore ai 10 miliardi di euro, in flessione del 13,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. In deciso aumento invece il numero delle operazioni, ben 182 che rappresenta una crescita del 18% sull’anno scorso ed è il livello più alto dal 2008, l’anno prima del crac della finanza mondiale. Molto attivi, secondo l’analisi, i fondi di private equity. Dall’estero in totale sono arrivati 5,7 miliardi di euro per acquisizioni in Italia, un aumento dell’81% rispetto al primo semestre dell’anno scorso e tra le cinque principali per valore sono quattro quelle realizzate da operatori esteri.
In dettaglio l’ingresso dei russi di Rosneft in Pirelli per 748 milioni di euro, l’operazione Allianz su Milano assicurazioni per 440 milioni e poco oltre 400 milioni di euro gli assegni staccati da Charterhouse capital partners per l’80% di Nuova Castelli e da Renova group per Octo
telematics. A conferma dell’interesse dall’estero per l’Italia c’è poi la lunga lista di acquisizioni di partecipazioni di minoranza di investitori come la Cina e il fondo americano Blackrock. Quest’ultimo detiene in portafoglio quote delle principali banche italiane (6,85% in Banco popolare, 5,2% in Unicredit, 5% in Intesa Sanpaolo e 2% per Bpm).
La Cina è stata protagonista in questa prima metà dell’anno. People bank of china a fine luglio ha acquistato quote del 2% nel gotha del capitalismo italiano, Fiat, Generali, Telecom, Prysmian che vanno ad aggiungersi allo shopping fatto a marzo con quote analoghe in Eni ed Enel. In totale quasi 3,3 miliardi di euro. State grid ha staccato un assegno da 2,1 miliardi per il 30% di Cdp reti mentre all’inizio dell’anno sempre Cdp ha venduto il 40% di Ansaldo energia a shanghai electric.
I numeri di luglio lasciano immaginare un secondo semestre con sensibile aumento del volume e del valore del mercato di fusioni e acquisizioni. Sempre a luglio è stata annunciata la vendita del controllo della Indesit dalla famiglia Merloni al colosso americano Electrolux per un corrispettivo intorno ai 750 milioni. La febbre di fusioni e acquisizioni contagia anche le aziende italiane. Tornando all’analisi di mergermarket le imprese italiane hanno realizzato all’estero acquisizioni per un valore di 4,3 miliardi di euro, il livello più elevato dal primo semestre del 2009. Dopo la chiusura del semestre è arrivato l’annuncio dello shopping di Gtech negli usa. L’ex lottomatica pagherà 4,7 miliardi di euro per rilevare la International game technology.