Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 13 Mercoledì calendario

ADDIO A CAPOTOSTI, GUIDO’ LA CONSULTA

Un uomo mite, ma che non aveva remore nell’esprimere le sue convinzioni di giurista. Piero Alberto Capotosti, ex presidente della Corte Costituzionale, e precedentemente vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, giurista di area cattolica, si è spento improvvisamente ieri a Cortina. Aveva 72 anni.
Professore di diritto prima a Macerata, poi a Siena, infine a Roma, fu chiamato nel 1994 a dirigere i lavori del Csm in un frangente tempestoso quale era il culmine di Tangentopoli. Ma già nel 1996 l’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro lo nominò giudice costituzionale. «Fu impeccabile. Aveva già dato prova della sua autorevolezza e del suo spirito di servizio da vice presidente del Csm», ricordava ieri Giorgio Napolitano, addolorato.
Il suo nome fu evocato per giorni quando nacque il governo Monti, come possibile Guardasigilli. Si schermiva, all’epoca, con i giornalisti che lo chiamavano. E lo faceva amabilmente, perché non aveva alcuna alterigia l’ex presidente della Consulta. Ma quando c’era da esprimersi, non aveva timori reverenziali. Nelle more della polemica sulle intercettazioni che coinvolgevano il Capo dello Stato, fu durissimo: «Il Quirinale ha fatto benissimo a rivolgersi alla Corte Costituzionale perché va chiarita una volta per tutte qual è la portata dell’articolo 90 della Costituzione in materia di responsabilità penale e politica del Presidente della Repubblica». Non aveva dubbi sull’esito di quel giudizio: mai la Consulta avrebbe autorizzato forme di accertamento giudiziario quali sono le intercettazioni, salvo che nel caso di Alto tradimento e attentato alla Costituzione.