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 2014  agosto 09 Sabato calendario

DELITTO ROVENTE

Era estate quando persero violentemente la vita Simonetta Cesaroni (agosto 1990), la contessa Alberica Filo Della Torre (luglio ’91), Chiara Poggi (agosto ’07), Sarah Scazzi (agosto ’10) e, più in là nel tempo e nella mondanità, Anna Fallarino e il suo amante, Massimo Minorenti, per mano del marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, che poi si suicidò (era l’agosto ’70). Lo dicono le statistiche (e gli esperti): con la bella stagione si uccide - e si muore - di più. Solo quest’anno si va dalla famiglia sterminata a Motta Visconti dal giovane padre (che poi va a vedersi la partita dei Mondiali), al 33enne che uccide senza un motivo un autolavagista a Cinisello Balsamo, all’estetista algerina strangolata a Torino sotto gli occhi del figlioletto, all’invalida 89enne di Erba ammazzata dal figlio. Certo, non è una novità che il caldo possa lasciar spazio a degenerazioni emotive che poi sprigionano raptus e potentissimi “sequestri emotivi”. Più innovativo è semmai lo studio dell’Università di Berkeley, pubblicato su Science, circa le possibili basi fisiologiche della violenza: i ricercatori stimano che basta un aumento di 2 gradi centigradi della temperatura globale del pianeta per aumentare di circa il 15% il tasso di criminalità. Michele Cucchi, psichiatra e direttore medico del Centro Medico Santagostino di Milano, dà ragione allo studio californiano, ricordando che la canicola manda in sofferenza il cervello. Ma accusa anche i modelli educativi in auge nella nostra società; i quali, complice la temperatura insopportabile, esasperebbero i nostri normali conflitti interni. Più che il riscaldamento globale, dunque, andrebbe tenuta d’occhio la presunta “normalità” di persone che sopprimono il dolore e non accettano di rivelarsi imperfette, sbagliate, inadeguate. Come dire che la frustrazione e l’incapacità di cercare
una propria felicità esplodono con la stanchezza e la rabbia. Soprattutto in un pomeriggio bollente di mezza estate.