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 2014  agosto 09 Sabato calendario

I MISTERI DI VALLANZASCA

Che fine ha fatto Renato Vallanzasca? Un paio di settimane fa i giornali, che ormai lo avevano dimenticato, avevano ricominciato a parlare di lui per un fatto apparentemente di cronaca nera ma in realtà degno dei migliori titoli di Cuore. Mentre era in permesso premio era stato arrestato per aver rubato due paia di mutande extralarge in un supermercato Esselunga di viale Umbria, a Milano, dove si era recato per comprare salmone, cipollotti, mortadella, anguria e insalata per la cena con la sua compagna. Tralascio ogni considerazione sulle abitudini culinarie dell’ex bandito della Comasina. A 64 anni si ha il diritto di mangiare strano. Ma sono rimasto sorpreso dalla follia della notizia. «Se fosse vero – ha detto Vallanzasca – il mio posto è al manicomio». Invece lo hanno rispedito al carcere di Bollate a causa delle sue condanne a 4 ergastoli e 296 anni di galera, 42 dei quali già scontati. La difesa del suo avvocato, Debora Piazza, è stata ineccepibile: «Le mutande non sono della misura di Vallanzasca». La difesa di Renato ancora più inattacabile: «Guardate le riprese delle telecamere del servizio di sicurezza». Ma le riprese sono scomparse. Ed è scomparso anche il senso del ridicolo. Quest’uomo che ha molto ucciso, molto rapinato, è molte volte evaso, ha massacrato un suo amico, lo ha decapitato e ha giocato a palla con la sua testa, quest’uomo, finalmente a un passo dalla libertà, si gioca tutto per delle mutande che gli stanno larghe. C’è qualcosa che non va. Compreso il processo per direttissima che si svolgerà fra tre mesi. Tre mesi: che razza di direttissima è, signori giudici?