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 2014  agosto 10 Domenica calendario

LA RICETTA DELLA SHOAH

«Chissà che voce aveva, Gesù. Era intonato o stonato come il patriarca Abramo? Gesù forse non aveva una voce bella, ma aveva di certo un’espressività perturbante e gioiosa come quella di Louis Armstrong». Il conto dell’ultima cena è una raccolta di divagazioni su cibo, spirito e umorismo ebraico: Moni Ovadia, ebreo sefardita di origini bulgare, artista globale (attore, drammaturgo, compositore) e coscienzioso vegetariano, ci guida, tra Vecchio e Nuovo Testamento, in un susseguirsi di storielle, insegnamenti rabbinici, regole, ricette e prescrizioni, fino all’etica della cucina kasher. Dimostrando che gli uomini sono come le cozze: al vapore e al profumo intenso delle spezie aprono reciprocamente l’anima. E che l’ebraismo è una religione di vocazione vegetariana: «Isaia profetizza un tempo benedetto in cui il leone mangerà fieno accanto al bue».
Intanto a Micene ancora «crescono i garofani, a Delfi ci sono le rose, e sopra l’Acropoli, ad Atene, si trova l’origano», racconta Ovadia citando il film Un tocco di zenzero. Il dessert? «L’epilogo di ogni favola che si rispetti». E se «un alimento squisito ti canta in bocca», come scrive l’autore, con la collaborazione di Gianni di Santo, si può anche ipotizzare che arrivi a parlare, raccontare. Così per non dimenticare la sua cucina sefardita, Moni Ovadia si affida alla memoria gastronomica (e non solo) della rivoluzionaria Janette Ceresi. Mentre Edith Wintver, ebrea ashkenazita di origine polacca, sopravvissuta alla Shoah, tramanda ancora i piatti di famiglia: per cucinare le sue burichitas usate della pasta brisée già pronta. Preparate un composto con tutti i formaggi, la mollica di pane bagnata e strizzata, un uovo. Ricavate dei dischetti dalla pasta, farciteli e chiudeteli a raviolo. Spennellateli con il tuorlo e cospargeteli di sesamo e grana. Infornateli a 200 gradi per 10 minuti.
Ingredienti
Pasta brisée, telemè (formaggio bulgaro) o feta greca, ricotta, grana grattugiato, mollica di pane, 1 uovo + 1 tuorlo, sesamo.
Donata Marrazzo, Domenicale – Il Sole 24 Ore 10/8/2014