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 2014  agosto 10 Domenica calendario

L’ORO DEI «POVERI»


Se in tempi di guerra gli italiani si recavano ai banchi di raccolta per donare oro alla patria, in tempi di crisi accorrono in gioielleria per comprare oro a un carato. Si tratta di gioielli e pietre preziose contenenti appena il 4% di oro (per il resto sono composti di metalli come rame e argento) e venduti a un prezzo fino a dieci volte inferiore rispetto ad altri monili aurei. Mentre l’oro a 18 carati arriva a costare 20 euro al grammo e l’oro a 24 carati 28 euro, le leghe a un carato vengono acquistate a 2,40 euro al grammo. Oro a due euro, dunque.
La corsa all’acquisto di pendenti e anelli a minima concentrazione aurea è ormai un fenomeno in Italia: in tantissimi negozi di fashion jewelry (da Bijoux Cascio a Cielo Venezia a Petochi 1884), ma anche di design e moda, sono richiestissimi oggetti fatti di questa lega, che ha un peso inferiore del 40% in confronto all’oro 18 carati e un aspetto paragonabile al 9 carati. Leggera e ipoallergenica, rappresenta una sorta di versione aristocratica della comune bigiotteria. Ne sono attratti in particolar modo i giovani, che hanno così l’opportunità di comprare e indossare pezzi preziosi, spendendo poco: tra le ragazzine ad esempio, come nota Il Secolo XIX, impazza la tendenza delle collane hippy style scintillose, realizzate con catene d’oro a un carato e vendute a prezzi contenuti: costano in media 200 euro, a fronte dei 2000 di quelle «a carati pieni».
Non ci sono però solo adolescenti tra i potenziali acquirenti. «Oltre che per bracciali e orecchini in oro giallo, bianco e rosso (quest’ultimo, diventato un must tra i teenager)», ci dice Riccardo Baldo, dg dell’azienda 1KTG e titolare del marchio OKG (One Karat Gold), «la lega a un carato può essere utilizzata anche nell’alta moda per accessori come fibbie o catene di borse da seimila euro, e nel design per creare maniglie, cornici, portasigarette elettroniche o cover d’oro dell’iPhone». Tentazione per i clienti nei negozi al dettaglio, la lega monocarato spopola perfino nelle scuole artigiane di alto livello. Presso la bottega per orafi «Il Perseo» di Firenze, sono state realizzate ad esempio spille one karat a forma di chitarra, diventate subito cult grazie alla loro presenza sugli abiti delle coriste nei concerti di Baglioni e Bocelli. La fruizione di massa di questa lega, risposta ingegnosa alla crisi, segna un’inversione di tendenza rispetto alla moltiplicazione dei Compro Oro, in cui le persone si recavano per dare in pegno i preziosi in cambio di soldi. A seguito della caduta mondiale delle quotazioni dell’oro (passate da 44 euro al grammo a meno di 30), gli italiani hanno infatti capito che conveniva più acquistare oggetti aurei che darli in pegno; e da venditori si sono trasformati in compratori di gioielli (anche se «impuri»). Non siamo certo di fronte al fenomeno di accaniti cercatori di pepite e lingotti né davanti all’immagine di zio Paperone o del drago Smaug dello Hobbit, che nuotano letteralmente in un mare d’oro. Semmai abbiamo a che fare con il ritorno a un’oraziana aurea mediocritas, cioè l’accettazione di una mediocrità dovuta alla crisi, che si accontenta di minime percentuali di metallo prezioso.
L’altro aspetto interessante è che la creazione di questi gioielli con un vago sentore d’oro è figlia della maestria del nostro artigianato, capace di trasformare tutto ciò che tocca in oro, proprio come faceva il re Mida. E di mettere al servizio della bellezza l’opera di precisione di tanti esperti, parafrasando il motto benedettino in un Oro et laboro. L’azienda 1KTG che produce la lega a un carato ha infatti sede a Vicenza. E da qui avanti bracciali e anelli a un carato vengono esportati in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Thailandia. Dove ottengono un riscontro estremamente positivo nelle vendite, in quanto abbinano prezzo accessibile a elevata qualità della lavorazione: low cost e made in Italy, insomma.
Nonostante le difficoltà economiche e la recessione, questa piccola parola palindroma, oro sinonimo di primo posto nelle competizioni sportive, di 50 anni di nozze e di lusso se a 24 carati continua così ad avere un peso nelle nostre vite. Se Mango cantava «Oro, oro, quanto oro ti darei», sognando quintali di pietre preziose da donare alla sua bella, noi ci dovremo far bastare un carato da 0,2 grammi.