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 2014  agosto 10 Domenica calendario

IN VIAGGIO SUL “TRENO DEI DANNATI” METÀ DEI PENDOLARI È SENZA BIGLIETTO


I DISAGI
«E se poteva allunga’ un altro pochetto, Mussolini. Che so? Almeno fino a Torvaianica». Lido di Ostia-Cristoforo Colombo, il treno inaugurato dal Duce la mattina del 10 agosto di 90 anni fa ferma lì e non va oltre. Dopo un viaggio di 28,359 chilometri che pochi pagano e moltissimi no, tra lattine di Coca-Cola rotolanti, carte e fogli di giornali abbandonati lì a svolazzare, chiazze scure e appiccicose sul pavimento, così tante da nascondere il vero colore, e scritte con lo spray, ovunque.
LE MACCHIE
«Troppa inciviltà, lasciano le bottiglie di birra e quelle si rovesciano. Che puoi dare una pulita, per cortesia? E io pulisco anche se non è mio compito. Qualcuno si sente male, e di nuovo con lo straccio. Lo faccio per gentilezza perché non posso guarda’ quello schifo». Tutto il giorno accanto ai treni della Roma-Lido, lei - addetta alle pulizie dell’ultima stazione - li vede fermarsi e poi ripartire chissà quante volte.
Sono le 5 del pomeriggio, è quasi l’ora dell’assalto. Il capotreno controlla i vagoni prima di mettersi in viaggio, raccoglie qualche cartaccia. Eccoli: chi con la lenza, tanti con ombrellone sandali e asciugamano, qualcuno con la bicicletta, tantissimi ambulanti con le bustone cariche di magliette e borse. Arrivano ai tornelli ed è ressa. «Nell’ora di punta è il panico - racconta chi fa il pendolare con la spiaggia - qualcuno salta il recinto, altri entrano spingendo quello davanti». Ci sono due addetti alla vigilanza, ma in quei momenti è impossibile tenere d’occhio tutti. Ieri all’ora di pranzo stava per scoppiare una rissa, un ragazzo ha approfittato del biglietto del signore davanti e si è intrufolato spingendo. «Oh, ma come ti permetti? Io ho pagato e paghi anche tu», e sono volate spinte e parole grosse.
Il treno ha l’aria condizionata, ormai le vetture nuove sono la maggioranza. «Sì, ma capita anche quello vecchio o con l’impianto rotto, c’è da soffocare», Barbara in prendisole e costume viene a Ostia tutti i giorni. «Con tre euro vado al mare e torno, sarebbe una bella comodità se non ci fossero tutti questi guasti». E un giorno si soffre il caldo, un altro annunciano che si deve cambiare binario, quel treno non parte per motivi tecnici, la domenica a volte si fatica a entrare.
I TORNELLI
Si chiudono le porte della Freccia del Mare (qualcuna è rotta), tanti restano in piedi, meglio non guardare a terra: un’ombra nera attraversa i convogli, l’ultimo - il settimo - dicono che la sera sia insicuro perché troppo lontano dal capotreno. «In 20 anni di viaggi quotidiani su questa linea ho visto i controllori soltanto due volte», secondo Lorenzo se adesso facesse un giro scoprirebbe che più della metà non ha biglietto. «A Tor di Valle entrano dall’uscita, spostando i tornelli». Ma anche a Stella Polare e a Lido centro è facile farla franca.
Alcuni ragazzi dormono a terra con la testa poggiata sulla porta, due sudamericani con la chitarra provano a intonare «Cielito lindo», ma il capotreno li manda via, «non si può, dovete scendere». Meno di quaranta minuti sia all’andata che al ritorno, «ma quante volte ci sono ritardi». Storie di quotidiani disagi raccontati dai pendolari sul blog dedicato alla Roma-Lido «Treno dei dannati». Colpa anche della riduzione del personale, i macchinisti sono molti di meno di quel che dovrebbero essere, quasi la metà secondo i sindacati. I disservizi sono roba di tutti i giorni. E dire che 90 anni era all’avanguardia.