Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 10 Domenica calendario

ITALIA SUPERPOTENZA CULTURALE: I VERI NUMERI


La cifra può variare, a seconda della personale fantasia unita a quella tipica disinformazione all’italiana che privilegia la spettacolarità dei numeri rispetto alla verità: «Possediamo il 50, il 70, l’80 per cento del patrimonio culturale mondiale!». Il tono di solito è assertivo, tipico di chi svela alle masse una verità nascosta. Anche taluni ministri responsabili del dicastero dei Beni culturali ci sono cascati, in passato, ma certo non si chiamavano Alberto Ronchey. Plotoni di politici locali e nazionali sono naturalmente inciampati in una falsità ripetuta senza controlli. Per non parlare di tanti tra noi giornalisti, di carta stampata e televisivi.
L’unica, assoluta e tangibile realtà è contenuta nel grafico della nostra pagina: l’Italia guida la lista dei siti culturali riconosciuti come Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco, ovvero l’organizzazione dell’Onu per l’educazione, la scienza e la cultura. L’Unesco, a tutt’oggi (consultare il sito whc.unesco.org) riconosce e tutela 1.007 siti in 161 Paesi membri dell’Onu. E l’Italia pilota l’elenco dei Paesi con 50 siti tutelati, di cui quattro riguardano il patrimonio naturale (isole Eolie, Etna, Dolomiti e Monte San Giorgio, uno tra i più importanti giacimenti fossiliferi al mondo del Triassico medio, a cavallo tra il Cantone Ticino e le aree dei monti Pravello e Orsa in Provincia di Varese).
È davvero l’unica verità spendibile nel dibattito sul nostro patrimonio. Dietro di noi Cina, Spagna, Germania, Francia, India. In questo campo, ebbene sì, siamo la massima potenza mondiale. Possiamo andare fierissimi del fatto che Veneto, Sicilia e Lombardia, con i loro sei siti tutelati per ciascuna regione, abbiano lo stesso numero di luoghi inseriti per la Danimarca o le Filippine (che ne hanno, appunto, sei a testa). O che la Toscana, regione leader italiana con sette siti, da sola possa vantare la medesima somma dell’intera Norvegia. Ma non esistono altre cifre né ulteriori, pirotecniche statistiche. Sparare dati a caso, per quanto riguarda il nostro patrimonio culturale, paesaggistico e naturale significa solo sviare l’attenzione dalla necessaria cura che una simile ricchezza impone. In quanto alla ricorrente espressione che definisce il nostro retaggio culturale come «il petrolio d’Italia», bisognerebbe ricordare che l’oro nero è destinato a finire, si consuma e, bruciando, inquina. Un altro parallelo stolto (e incolto) che andrebbe rapidamente dimenticato, senza alcuna nostalgia.