Guglielmo Buccheri, La Stampa 9/8/2014, 9 agosto 2014
POLITICA E AFFARI
MILAN&INTER, GLI ULTRÀ DI TAVECCHIO –
Il documento dei nove club che chiedono un doppio passo indietro («Tavecchio ed Albertini si ritirino, spazio al commissariamento di Malagò») entra con l’effetto di uno tsunami sulla campagna elettorale per la poltrona della Figc in agenda fra 48 ore. Juve, Roma, Torino, Fiorentina, Sampdoria, Cagliari, Cesena, Sassuolo ed Empoli sono schierate ufficialmente in campo, Atalanta e Verona quasi, il Napoli aspetta, Palermo e Chievo riflettono, mentre Milan, Lazio, Inter, Genoa, Udinese e Parma si tappano le orecchie e continuano a giocare al fianco di Carlo Tavecchio, il candidato favorito nella corsa verso la presidenza federale.
La Lega di A, da qualche ora, è terreno di scontri, offese, veleni. Domani sera e lunedì mattina prima del fischio d’inizio dell’assemblea elettiva, i nove club firmatari apriranno le porte ad una riflessione comune all’intera Confindustria del pallone e in quella doppia occasione usciranno allo scoperto almeno altre quattro società pronte a dissociarsi dalla linea Tavecchio. Il ribaltone, nei fatti, della A lascerà il ruolo di fedelissime del numero uno dei Dilettanti a sei società. Come mai dopo la gaffe mondiale sugli extracomunitari del candidato forte al vertice della Figc Milan, Lazio, Inter, Genoa, Udinese e Parma non hanno mai fatto sentire la propria voce? Il caso più rumoroso è quello delle due squadre di Milano. Il Milan è da sempre schierato accanto a Tavecchio e lo è anche perchè l’ad Adriano Galliani, per statuto delegato ad occuparsi delle variabili di politica sportiva, ha l’esigenza di dimostrare all’ad Barbara Berlusconi di poter ancora avere uno spazio di manovra all’interno delle dinamiche di lega: la figlia del patron del Milan ha più volte sottolineato la necessità di «rottamare» il pallone italiano, ma non avendone facoltà, aspetta di giudicare con i fatti le mosse di Galliani sul campo federale. L’Inter di Erick Thohir tace, si muove in silenzio, osserva: il club nerazzurro è sul fronte Tavecchio, ma, soprattutto, è legato alla (ormai disciolta) maggioranza di lega che, però, di recente ha rinnovato il mandato all’advisor Infront per chiudere la vendita dei diritti tv da un miliardo di euro a stagione fino al 2018. Quell’Infront che, al club di Thohir, ha garantito ossigeno sottoscrivendo un accordo da 80 milioni in 4 anni per la commercializzazione della sponsorship.
Milan ed Inter nel partito dei fedelissimi pro Tavecchio, anche se nel segreto dell’urna proprio la società nerazzurra potrebbe cambiare idea e votare scheda bianca. Con il numero uno dei Dilettanti giocano anche l’Udinese perché Gino Pozzo entrerà nel prossimo governo del pallone in Figc essendo stato indicato come rappresentante della Lega di A in consiglio federale dalla maggioranza vigente prima del ribaltone di 48 ore fa. E poi il Genoa (Preziosi, patron rossoblù, e Galliani parlano la stessa lingua da sempre) ed il Parma (il club emiliano dopo l’esclusione dall’Europa League sta dove non si trova il Toro). E, la Lazio? Lotito è il grande regista della candidatura di Tavecchio: aspira alla vicepresidenza (l’altra potrebbe andare ad Abodi della Lega di B) e, ora, alla delega per la Nazionale. Lunedì il voto: l’8 per cento della A potrebbe finire dentro ad una scheda bianca. A quel punto, Tavecchio navigherebbe di poco sopra al 50 per cento.
Guglielmo Buccheri, La Stampa 9/8/2014