Manuel Follis, MilanoFinanza 9/8/2014, 9 agosto 2014
SE L’ASSE È ALIERTA-BOLLORÉ
Nel risiko delle tlc che vede coinvolte Francia, Spagna, Italia e Brasile, chi sta dando le carte sono Telefonica e Vivendi. Per Telecom Italia e per il governo italiano è un boccone amaro da digerire. Comunque la si voglia rigirare resta evidente che il colosso spagnolo con la sua offerta a Vivendi per Gvt abbia in un colpo solo trovato un modo per levarsi dalla tagliola delle authority brasiliane. Il Cade, cioè l’antitrust, aveva imposto di uscire da Telecom o di cedere il 50% di Vivo, operatore di telefonia mobile interamente controllato. Ha trovato un modo per divincolarsi dalla ragnatela di Telco-Telecom, che rischiava di costringerli a incassare una minusvalenza e anche un modo per guastare i piani di Telecom in Brasile e portarsi in vantaggio nella partita sudamericana. E adesso? Adesso è comprensibile che Telecom provi a imbastire un’offerta alternativa. Anzi le ultime ore sono state una ridda di indiscrezioni sulle varie tipologie di controproposte che il gruppo italiano potrebbe proporre a Vivendi. Si tratta di una partita a scacchi di tipo globale, in cui peraltro l’impressione è che qualche pezzo (sveliamo il mistero, potrebbe essere Mediaset) al momento sia marginale, ma prima o poi potrebbe invece ricoprire un ruolo importante sulla scacchiera. Che al momento Telecom sia in difficoltà è abbastanza evidente. Ancora a fine luglio Patuano spiegava che «la possibilità di un’integrazione con Gvt non è al momento sul tavolo» e sottolineava che «Telecom e i suoi azionisti si stanno focalizzando soprattutto sull’implementazione del business plan di Tim». Peccato che invece sul tavolo di Telefonica il dossier fosse caldo e adesso Telecom si trova a dover affrettare i tempi, condizione non ottimale per formulare una proposta (l’offerta vincolante degli spagnoli scade il 3 settembre). Soprattutto, ammettendo che (come sembra) i colloqui tra Telecom e Vivendi fossero in corso, il gruppo italiano a questo punto sarà costretto a imbastire un’offerta più alta o comunque diversa da quanto poteva immaginare in un primo momento. A questo punto, come si suol dire, tutto può ancora accadere, ma è difficile ipotizzare che Telecom Italia in tre settimane possa ribaltare la situazione, anche perché c’è chi insiste nel sottolineare che Telefonica è uscita allo scoperto con la sua offerta per Gvt solo perché il suo numero uno, Cesar Alierta, ha già intascato un accordo di massima con il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré. Un accordo che peraltro, spingendosi un po’ nella fantafinanza, potrebbe comprendere altre mosse future, di cui per ora non si è detto nulla. Il fil rouge potrebbe essere Mediobanca, che è sia azionista di Telco sia partecipata proprio da Bolloré. Nonostante Piazzetta Cuccia sia in uscita da Telecom, in questi giorni starebbe affiancando Patuano insieme a Citi per individuare le possibili strade alternative. Eppure c’è chi si diverte a pensare che il vero accordo sia stato raggiunto nelle scorse settimane tra Alierta, Bolloré e Silvio Berlusconi. Lo scenario? Alierta che toglie il disturbo dall’Italia e si rafforza in Brasile, mentre Vivendi entra in Telecom Italia e a quel punto si fa raggiungere da Berlusconi, che divide con Bolloré il fiuto per gli affari e l’amore per i media. Il tutto con l’obiettivo ultimo di mettere finalmente a segno una di quelle fusioni, ormai auspicate dal mercato, tra gruppi media e tlc.
Manuel Follis, MilanoFinanza 9/8/2014