Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 9/8/2014, 9 agosto 2014
ULTIMA SPIAGGIA LÌ DOVE C’ERA GIORGIO ORA “POMPA” LA DISCO
Capalbio (Grosseto)
Pompo nelle casse, pompo nelle casse, pompo, pompo, pompo nelle casse”. La prova audio fa oscillare le fotografie appese di Giorgio Napolitano e consorte Clio, di Giuliano Ferrara riccioluto, di Claudio Martelli amante (bacio a occhi chiusi), di Claudio Petruccioli col cappello, di Ferdinando Adornato col barbone scuro, di Piero Fassino scheletrico in costume, di Chicco Testa e Francesco Rutelli in eterna gioventù.
GIULIANO AMATO ABITA ANCORA QUI
Benvenuti all’Ultima Spiaggia, località Marina di Chiarone, lembo balneare di Capalbio, Toscana di confine e di accenti romani, già rifugio per la sinistra che voleva emulare Atene, e un po’ si sentiva Atene, con lezioni peripatetiche e allegre chiacchierate, incontri combinati e casuali, amicizie riscoperte e perdute. Anche se qui Giuliano Amato, che ha una villa un po’ distante, passeggiava silente. Il tempo ha distrutto Atene e pure l’Ultima Spiaggia, uno stabilimento elegante e non essenziale che ieri ha celebrato i suoi 27 anni con annunci sui quotidiani e musica da discoteca, cambia la muta come la sinistra renziana cambia verso. E non va in questa direzione, dove avvocati romani dei Parioli e di Prati e cummenda milanesi occupano gli ombrelloni blu e la capanna (di legno) bianca, ereditano una filosofia politica che non possono vantare e non possono comprare con la carta oro.
Ma resistono quelle coppie di (oltre) mezza età che accatastano giornali, riviste e libroni e poi stendono un panno sul tavolino per giocare a tressette, si spaventano per la Troika e rimpiangono il dibattito a sinistra. Qui la Calpalbio turistica dei muretti (o muvetti con la r moscia) a secco, estrema liturgia architettonica per proteggere se stessi, l’amato territorio e le seconde o terze case, è un po’ viziata, molto esigente.
IL PERICOLO DELL’UOVO SODO
Al bancone per il pranzo, ci sono i piatti di giornata, in un vassoio ci sono patate tagliate a pezzi grossi e uova sode intere. Una signora s’avvicina dubbiosa: “Come lo mangio quell’ovetto?”. La cameriera non capisce, tace. E ancora la signora, che poi andrà a incrociare l’attrice Margherita Buy, zittisce la fame, emana fastidio: “Come posso ingurgitare quel coso enorme, mi strozzo”. È una cliente abituale, va alla cassa: “Mi stanco a stare in piedi, pago dopo”. “Certo, cara”. Quando tentiamo di ordinare quelle benedette uova a nostro rischio e pericolo, ci viene cortesemente fatto notare che senza scontrino non è possibile scegliere, nulla. E due amiche si lamentano perché una figlia, si presume di quella ben siliconata, conosce un tizio del Csm, simpatico sì, carino anche, un po’ invadente però.
È ARRIVATA PURE L’APERICENA
Questo è un venerdì corto, perché entro le 18 il servizio va interrotto, c’è la festa da preparare, un “apericena”, più di un aperitivo meno di una cena. Come sinistra trattino centro o centro trattino sinistra: a fine pasto, o meglio, a fine voto puoi comprendere se era più centro, più sinistra o addirittura più destra.
I posti a sedere sono prenotati da settimane, i posti in piedi vanno ai più lesti. Quelli migliori , in riva, sono ignorati: la sabbia nelle infradito dà noia. Accendono le candele, un po’ ovunque, musica leggera, atmosfera non da salotto letterario (a proposito, in quel di Capalbio disquisivano Vittorio Feltri e Luigi Bisignani). I ragazzi sono rigorosamente in camicia bianca, le ragazze in gonna aderente. I ragazzi e le ragazze sono divisi in gruppi.
Le famiglie, molte, sono accompagnate da babysitter che badano ai bambini mentre mamma e papà fanno la fila per il risotto con le vongole: “Però, divertente questa formula”, commentano. Uomini vestiti di nero e con l’auricolare controllano l’apericena, l’ingresso e le uscite, che poi non ci sono mica i tornelli e dunque il flusso dei curiosi è inarrestabile.
NOSTALGIE, ARRIVA MICA GIULIO N.?
Il vippume politico non si mostra, forse si arrende, concede l’Ultima Spiaggia per una notte di potenziale baldoria, non adatta a revisione storiche. Attese: “Lo farà un salto Giulio Napolitano?”. Ardore: “Quando mettono la disco ci scateniamo”. Nostalgie: “Che me sta a strigne er petto?”, chiede mamma Giovanna a sua figlia Chiara. Non sempre regge il muretto a secco.
Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 9/8/2014