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 2014  agosto 09 Sabato calendario

IL BICAMERALISMO ORA È CONFUSO (E AUTORITARIO)

Ora che Matteo Renzi ha portato a casa la versione pressoché definitiva del suo progetto costituzionale (alla Camera ci saranno cambiamenti minimi) è il caso di fare un breve riassunto di come cambierà la Costituzione in caso di approvazione definitiva e che effetti avrà il nuovo assetto nel combinato disposto con la legge elettorale prossima ventura, l’Italicum.
IL DOPOLAVORO Il Senato non sarà più elettivo. I suoi 100 membri saranno nominati come segue: 74 saranno consiglieri regionali (scelti dai loro colleghi “con metodo proporzionale” e tenendo conto della popolazione della regione); 21 saranno sindaci scelti nei rispettivi territori dai consigli regionali e dalle province autonome di Trento e Bolzano; 5 li sceglierà il presidente della Repubblica. I 95 “dopolavoristi” degli enti locali dureranno in carica quanto i loro organi territoriali, i 5 del Quirinale sette anni.
BILOCALE, UNA CAMERA Mario Mauro dice che non c’è più il bicameralismo perfetto, ma quello confuso: il Senato non voterà più la fiducia al governo, né la Finanziaria. Palazzo Madama parteciperà, però, alla legislazione in materia di Unione europea, di tutela della salute e diritto di famiglia, oltre che - ovviamente - in tema di enti locali. In alcuni casi, poi, il Senato potrà scrivere dei pareri e addirittura avanzare dei rilievi sulle leggi in discussione alla Camera: deve però decidere di farlo in dieci giorni avendone in tutto 30 per l’esame. Montecitorio, però, potrà decidere di fregarsene di quel che dice il Senato: basta un voto a maggioranza semplice (e, su certe materie, a maggioranza assoluta). Un pastrocchio.
SOLDI E IMMUNITÀ Niente stipendio per i nuovi senatori, ma restano i rimborsi: anche il personale di palazzo Madama conserva il posto. Il risparmio annuo è stato calcolato in circa 50 milioni di euro su mezzo miliardo di costo annuo. I dopolavoristi del Senato, però, avranno almeno l’immunità come i colleghi della Camera: dio solo sa se i consiglieri regionali italiani ne hanno bisogno.
LA TAGLIOLA Non gli bastava quella dei regolamenti parlamentari, Renzi ha voluto la tagliola in Costituzione: il governo può indicare come “prioritari” alcuni disegni di legge e a quel punto la Camera e il Senato hanno 60 giorni per analizzarli al termine dei quali si vota il testo nella versione decisa dal governo senza emendamenti.
IO SO IO E VOI... Per le leggi popolari cambiamenti solo in peggio: finora per proporle servivano 50mila firme, se la Carta alla Renzi sarà approvata ne serviranno invece 250mila. Niente garanzie nemmeno sui tempi d’esame: se ne occuperanno poi i regolamenti parlamentari. Sui referendum, invece, un compromesso s’è trovato: le firme restano 500mila e il quorum la maggioranza degli aventi diritto al voto; se però le firme superano le 800mila, il quorum si abbassa alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche.
PROVINCE ADDIO La parola scompare dalla Costituzione. Tra gli altri cambiamenti del Titolo V c’è poi una “clausola di supremazia” che lo Stato centrale potrà invocare su alcune materie condivise con le regioni come l’energia o le grandi opere infrastrutturali.
QUIRINALE La platea degli elettori si abbassa drasticamente: da oltre mille persone a 730. Potranno votare, infatti, solo deputati e senatori. Cambiano anche i quorum: per eleggere il capo dello Stato serve la maggioranza dei 2/3 nei primi tre scrutini, dei 3/5 dal quarto al settimo, poi quella assoluta.
AUTORITARISMO Non che questo sia il programma di Renzi, ma il rischio di usare questo impianto costituzionale in modo autoritario diventa evidente se si pensa a come funzionerà l’Italicum: la Camera sarà eletta con le liste bloccate (o parzialmente bloccate) con un sistema che prevede un deciso premio di maggioranza. In sostanza col 25% dei voti si può andare al ballottaggio e conquistare 340 seggi (55%) e a quel punto eleggere quasi da soli un capo dello Stato fedele e controllare così 10 giudici costituzionali su 15, il Csm, le Authority. Il bilanciamento dei poteri in queste condizioni è una barzelletta.
LO STILE La Costituzione di Renzi è scritta come un brutto regolamento. Questo è il nuovo articolo 70, comma 3: “Per i disegni di legge che dispongono nelle materie di cui agli articoli 57 terzo comma, 114 terzo comma, 117 commi secondo lettera p) e u), quarto, quinto, nono ...” e via così. Nel 1947 ci si rivolse a un fine italianista, Piero Pancrazi, per rivedere stilisticamente la Carta, Renzi, Boschi e Verdini non ne hanno avuto il tempo.
Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 9/8/2014