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 2014  agosto 08 Venerdì calendario

ALITALIA-ETIHAD, OGGI LA FIRMA MA È RISCHIO PARALISI A FIUMICINO ASSENZE DI MASSA PER PROTESTA

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MILANO.
Allacciate le cinture di sicurezza, portate i sedili in posizione verticale e spegnete i dispositivi elettronici. Dopo otto mesi di negoziati, le nozze tra Alitalia ed Etihad sono pronte al decollo. La firma sull’intesa sarà posta oggi. La compagnia di Abu Dhabi investirà 560 milioni per rilevare il 49% della compagnia.
Banche, Poste e soci della Cai verseranno da parte loro altri 300 milioni per portare all’altare un vettore senza troppi debiti e con il patrimonio integro.
«L’accordo è un segnale importante per il Paese», ha detto ieri il ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi. A guastare la festa potrebbe però essere l’agitazione selvaggia prevista oggi a Fiumicino contro gli esuberi. Alitalia ha informato l’Autorità di garanzia per gli scioperi del rischio che «il personale tecnico dello scalo romano possa astenersi in massa dal lavoro presentando certificati medici». E il governo è pronto a usare la mano pesante, di fronte a questo scenario che rischia di materializzarsi in pieno agosto, di fronte a decine di migliaia di turisti. «È una scelta intollerabile – ha detto Lupi –. Ho chiesto al ministero della Salute di attivarsi sul caso». «Si tratta di un attentato al diritto dei cittadini-utenti in sfregio alla legge sul diritto di sciopero», gli ha dato man forte l’Authority. Fiumicino è teatro da qualche giorno di altre forme di protesta che hanno causato pesanti disservizi sulla consegna dei bagagli e diversi ritardi dei voli. «C’è gente che soffia sul fuoco», ha detto il leader della Cisl Raffaele Bonanni difendendo l’operazione Etihad.
La firma di oggi non chiude ancora del tutto l’ennesimo salvataggio di Alitalia. Il dossier sull’ingresso degli emiri nel capitale finirà sotto la lente di Bruxelles, cui Lufthansa e British Airways hanno chiesto di porre un argine alla crescita in Europa degli emiri. Una decisione al riguardo dovrebbe arrivare a settembre.
La nuova Alitalia sarà molto diversa da quella che ha volato fino ad oggi nei cieli italiani. Verranno tagliate molte delle rotte meno profittevoli a breve raggio e sarà potenziato il servizio intercontinentale. Il governo potrebbe garantire una sorta di “appoggio esterno” alle nozze con due provvedimenti ad hoc: uno per rendere più complessa l’apertura di nuove rotte low-cost in Italia e un altro per aumentare l’accessibilità a Linate. Si vedrà nei prossimi mesi se queste iniziative – come temono in molti – si trasformeranno in un aumento dei prezzi dei biglietti per i passeggeri e in un nuovo colpo basso per Malpensa.
Ettore Livini, la Repubblica 8/8/2014

ROSSO DI 25 MILIONI AL MESE “IN UTILE A PARTIRE DAL 2017 SE CONQUISTIAMO PIÙ TURISTI” –
Per sapere dove si vuole andare, è necessario capire da dove si parte. E l’Alitalia di oggi, dice la cruda fotografia in slide presentata da Etihad al governo nella mattinata di ieri, «è in condizioni precarie». Nel 2014 la compagnia «perderà tra i 250 e i 300 milioni», sono i calcoli degli emiri. Non proprio un fulmine a ciel sereno: la compagnia è una macchina mangia-soldi che si è divorato qualcosa come 25 milioni al mese dal 2009 ad oggi.
Nessuno ha la bacchetta magica – ammette l’aerolinea del Golfo – e «non c’è una soluzione a breve» per i problemi dell’azienda. Niente miracoli, insomma, per rimettere in piedi Alitalia serve pazienza. «Il business ha bisogno di «una svolta immediata e di fondamentali cambi strutturali». L’orizzonte temporale è chiaro: si lavorerà per tre anni e l’obiettivo è «arrivare alla redditività nel 2017».
La “materia prima” per far crescere il business c’è, scrivono i consulenti degli emiri. L’Italia è il sesto Paese più visitato al mondo e solo l’industria del turismo ha generato 52 miliardi nel 2012 grazie all’arrivo di 46 milioni di visitatori. Abu Dhabi poi «ospita oltre 10mila cittadini italiani e oltre 300 società tricolori».
la Repubblica 8/8/2014

SINERGIE A 360 GRADI DALL’ACQUISTO CARBURANTI ALL’ADDESTRAMENTO PILOTI –
Alihad partirà con una dote iniziale di 860 milioni. Necessaria per ripristinare il patrimonio dopo cinque anni in rosso e per mettere nel motore il carburante necessario alla ristrutturazione.
Trecento milioni arriveranno dai soci attuali, con le banche che oltre a mettere sul piatto nuovi quattrini convertiranno due terzi dei loro crediti in azioni (l’altro terzo sarà cancellato tout court). Abu Dhabi staccherà in questa fase un assegno da 560 milioni. Per rilevare il 49% di Alitalia – oltre non può andare per i limiti della Ue – il vettore guidato ad James Hogan pagherà 387,5 milioni. Altri 60 milioni li sborserà per rilevare dal nuovo alleato cinque paia di slot a Londra Heathrow. Altri 112,5 milioni di euro serviranno per comprare il 75% del programma Mille Miglia. Festeggiate le nozze, i due sposi lavoreranno per ottimizzare le sinergie. La società di Gabriele Del Torchio «avrà una posizione finanziaria rafforzata e potrà risparmiare grazie ai programmi comuni di addestramento di piloti ed equipaggi, all’acquisto di carburante e alla manutenzione centralizzata e alle reti di vendita congiunte». Un altro volano di competitività sarà la rete di partner degli emiri che garantirà connessioni molto più capillari.
la Repubblica 8/8/2014

UNA LEGGINA PER LINATE VA RAFFORZATO PER REGGERE IL TRAFFICO DEL NORD ITALIA –
Il documento di Etihad tratteggia anche le linee principali su cui si muoverà il riassetto triennale «per tornare a crescere e a fare utili». La prosa degli emiri, compressa nelle gabbie rigide di Power Point, è sobria e anodina. La realtà è che Alitalia verrà rivoltata come un calzino.
La base del progetto del Golfo, per dire, è la riorganizzazione «della rete, della flotta e del personale». Sono previsti investimenti importanti su marchio e servizi con l’obiettivo finale di avvicinare la percezione del brand Alitalia a quella – altissima – con cui il nostro è considerato nel mondo.
Per evitare di riaprire l’antico dualismo Milano-Roma, le slide di Etihad affrontano il nodo dell’aeroporto di riferimento in modo ecumenico: «Dobbiamo sviluppare i tre hub italiani (Fiumicino, Linate e Malpensa) per garantire un’offerta competitiva ai passeggeri del Nord Italia». Frase che ammette tra le righe la necessità di superare gli attuali limiti di traffico e di slot del city airport meneghino. Un provvedimento è allo studio del governo che potrebbe inizialmente adottarlo – Bruxelles permettendo – con la scusa di Expo 2015 per poi prorogarlo ad libitum. Un altro capitolo è quello del cargo, su cui si lavorerà in cooperazione con gli altri partner del network.
la Repubblica 8/8/2014

SULLE ROTTE È INDIETRO TUTTA ALT AI COLLEGAMENTI BREVI SI VOLERÀ TRA I CONTINENTI –
Il primo capitolo da affrontare, ammette il cronoprogramma degli emiri, è «il consolidamento della ragnatela di rotte del gruppo». La strategia degli uomini del Golfo è chiara. E, per dirla tutta, è l’opposto di quella seguita fino ad oggi.
Il primo passo, da fare subito, è quello di uscire dalle rotte a breve raggio che non garantiscono un ritorno economico adeguato, Poi va ridisegnato tutto il network di Alitalia «in funzione delle connessioni con gli altri partner dell’alleanza (Air Berlin, Air Serbia, Air Seychelles, Darwin, Jet Airways, Virgina Australia e Aer Lingus) e con Etihad». Quindi si procederà a rafforzare i collegamenti a lungo raggio con dieci destinazioni in cinque anni.
Cinque saranno da Fiumicino; Venezia, Catania e Bologna saranno collegate direttamente con Abu Dhabi mentre i voli intercontinentali da Malpensa settimanali passeranno da 11 a 25.
La flotta sarà adeguata di conseguenza con un aumento del 32% dei wide-body, i jet per il lungo raggio e un taglio del 13% degli aerei più piccoli. I nuovi aerei saranno forniti ad Alitalia grazie alla marea di ordini ad Airbus e Boeing messi in pista da Etihad negli ultimi anni in vista del piano di crescita globale.
la Repubblica 8/8/2014

TRAFFICO MERCI UNA MINIERA “SARETE LA RAMPA DI LANCIO PER AFRICA E AMERICA LATINA” –
«L’Italia è il terzo mercato cargo d’Europa», ricorda la presentazione del piano Etihad. I progetti in questo campo si concentrano su Malpensa che sarà trasformato nel nuovo hub per il trasporto merci di Ali-had (in realtà lo è già, in virtù dell’indiscussa leadership nazionale in questo mercato). A questo fine verrà creata una forza vendite dedicata ad hoc per il business e «verrà potenziata l’attività di handling nei principali aeroporti italiani».
L’espansione si concentrerà su Stati Uniti, Messico, Brasile, Ecuador, Argentina, Nigeria, Costa d’Avorio, Ghana, Kenya, Uganda, Sud Africa, Angola, India, Pakistan e Bangla Desh.
L’Italia – è scritto nelle slide messe a punto dagli advisor del Golfo – sarà su questo fronte un presidio strategico di Etihad, alla luce pure del ruolo di partner commerciale privilegiato del nostro Paese con Medio oriente e Africa del Nord. Malpensa, grazie ai lavori progettati per la cosiddetta Cargo City, potrebbe in futuro diventare il pivot del traffico merci non solo per i due neo-sposi, ma anche per il resto delle compagnie entrate nell’orbita di Abu Dhabi. Il potenziale, visto la massa sempre maggiore di beni in viaggio tra l’America e l’Asia, è altissimo.
la Repubblica 8/8/2014

MOLTE PIÙ VENDITE ONLINE I BIGLIETTI SI COMPRERANNO ANCHE NEGLI UFFICI POSTALI –
Le nozze tra Alitalia ed Etihad, auspica il documento, libereranno importanti sinergie.
Quali? La prima è «un aumento delle entrate legato all’esperienza della compagnia emiratina nella gestione di traffico e passeggeri». Un modo elegante di dire che quello operativo oggi non soddisfa appieno i neo partner arabi.
Il piano prevede una nuova organizzazione di vendita con «importanti offerte per le piccole e medie aziende». Gli investimenti previsti nella digitalizzazione del sistema (possibili ora che la compagnia tricolore non è più in eterna emergenza finanziaria) consentiranno «di far crescere in modo significativo le vendite online».
Presto la rete informatica della Magliana si trasferirà sulla piattaforma comune dell’alleanza che ruota attorno al neo-partner del Golfo mentre la gestione dei biglietti verrà ottimizzata in tempi brevi «grazie all’appoggio della rete delle Poste Italiane». Le società guidate da Francesco Caio e James Hogan hanno già creato un gruppo di lavoro ad hoc – operativo da subito – per esplorare tutte le possibili aree di collaborazione. In ballo pure nuove iniziative comuni nell’e-commerce e nell’informatica.
la Repubblica 8/8/2014

TRAINO PER IL MADE IN ITALY E GLI EMIRI RILEVANO ANCHE IL VILLAGGIO PERLA JONICA –
Questo, forse, è l’obiettivo più ambizioso: Alitalia, secondo i piani degli emiri, «deve essere riposizionata entro il primo trimestre 2015 come marchio di lusso mondiale». Un modo elegante per dire che oggi non lo è.
«All’immagine della compagnia dovranno essere associati tutti gli atout tricolori – cibo, moda, cultura, storia, creatività e innovazione». Tradotto in pratica, si lavorerà in particolare a una valorizzazione dei servizi premium, vale a dire le classi passeggeri più alte. Quelle, cosa che non guasta, che rendono di più.
In prospettiva l’interesse arabo per il Made in Italy potrebbe essere foriero di altri importanti investimenti. Il ministero dello Sviluppo Economico, per dire, ha chiuso ieri la vendita del complesso di Perla Jonica ad Acireale allo sceicco degli Emirati Arabi Hamed Ahmed Bin Hamed Alhamed. Si tratta del numero uno di Adia, il ricchissimo fondo infrastrutturale di Abu Dhabi, candidato pure – dicono le indiscrezioni – a una poltrona nel consiglio di amministrazione di Alitalia. Adia, oltretutto, avrebbe informalmente già fatto sapere ai Benetton di essere pronta a entrare nel capitale di Adr per rilanciare assieme ad Alitalia anche lo scalo di Fiumicino.
la Repubblica 8/8/2014