a. laf., Corriere della Sera 8/8/2014, 8 agosto 2014
LA CONFESSIONE TARDIVA DI MARIANNE FAITHFULL
Rimarrà uno dei misteri del rock. La morte di Jim Morrison, trovato senza vita nel bagno del suo appartamento di Parigi il 3 luglio 1971. Che sia morto in casa o che ci sia stato portato di peso dopo un collasso in un locale non lo scopriremo mai. Comunque furono cause naturali, fu la conclusione delle indagini. Ovvero, un’overdose di eroina. A 43 anni di distanza (e, casualmente, con un disco in uscita a settembre) Marianne Faithfull fa il nome del presunto assassino. A passare la dose letale alla rockstar sarebbe stato il suo compagno di allora, Jean de Breteuil, spacciatore ben introdotto nel beau monde parigino. In un’intervista alla rivista inglese Mojo la Faithfull ritorna con la memoria a quegli anni. Rotta la relazione con Mick Jagger, se ne era andata in Francia e faceva coppia con de Breteuil, anche lui scomparso poco dopo per overdose. Un pomeriggio il pusher le disse di avere un appuntamento con Jim nell’appartamento in rue Beautreillis 17. Lei decise di restare in hotel e imbottirsi di pastiglie. «Avevo la sensazione che ci sarebbero stati dei guai. Pensai di farmi un paio di Tuinal (un barbiturico ndr ) e di non seguirlo. Andò a trovare Jim Morrison e lo uccise». Nulla di premeditato. «Sono certa che fu un incidente. Povero bastardo. L’ero era troppo forte? Sì. E lui morì. Io non ne sapevo nulla. Comunque tutti quelli legati alla morte di questo povero ragazzo sono morti. Tranne me». (a. laf. )