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 2014  agosto 06 Mercoledì calendario

CHI PAGA PER TENERE A BADA I FAN?

da Berlino
Sta per cominciare il nuovo campionato e in Germania si discute: chi deve pagare per controllare i tifosi violenti, lo Stato o i club? Quanto stanno per decidere i tedeschi campioni del mondo, chissà, potrebbe o dovrebbe interessare anche noi. Un mio collega milanese, che conosce la Germania, e parla tedesco, quando viene a Berlino, se è stagione, va a vedere una partita dell’Herta, la squadra della capitale.
Non è un tifoso, né un grande appassionato di calcio, ma ritiene giustamente che, per capire un paese, bisogna conoscere ogni aspetto della vita sociale. E mi ha raccontato un episodio a cui ha assistito tempo fa.
Al termine di una partita, si è trovato tra la folla che sciamava fuori dall’Olympia Stadion, quello dei giochi di Hitler nel ’36, tra tifosi delle due squadre un po’ brilli ma non particolarmente eccitati. A un tratto ha scorto un uomo a terra, e un giovane agente afferrare un fucile dal pulmino della Polizei e precipitarsi tra i cespugli. Dietro il poliziotto armato corrono i colleghi, lo afferrano, lo disarmano. Che succede? Una guerriglia tra hooligans? Nein, il tifoso era stato scaraventato a terra da un cinghiale infastidito dal pubblico, e il giovane agente troppo zelante voleva abbattere il Wildschwein. Sono cose che capitano a Berlino, metropoli circondata da boschi dove pullulano cinghiali, volpi, orsetti lavatori, falchi, perfino le aquile.
I tifosi tedeschi sono generalmente pacifici, non ci sono barriere tra le gradinate e il campo, possono tranquillamente bere birra e consumare würstel. Allo stadio si va con le famiglie, i bambini non corrono rischi. E sono sempre pieni, al contrario dei nostri, nonostante le inutili tessere del tifoso e altre misure burocratiche. Però il controllo ha un costo, e non è giusto che, per assicurare l’ordine durante un evento sportivo, a pagare siano i normali contribuenti, anche quelli che odiano il calcio. Finora a far fronte alle spese sono i vari Länder, e il conto complessivo ammonta a 38 mln di euro.
Ma a fine luglio la città-stato di Brema ha deciso di cambiare politica, passando le spese a carico del Dfb, la Lega calcio della Germania. Il club locale, il Werder Bremen, un po’ decaduto, è pacifico: sugli spalti non avvengono incidenti, e quel che succede per strada in città, prima o dopo l’incontro, non li riguarda, e comunque non avrebbero modo di intervenire e prevenire. E in passato le violenze sono state provocate sempre dai tifosi ospiti. Il Werder ricorda i suoi meriti: già nel 1991 ha cominciato a invitare i suoi fan a corsi di educazione sportiva per evitare che il tifo degenerasse.
La reazione di Wolfgang Niersbach, presidente del Dfb, Lega calcio tedesca, è stata immediata: la partita della Nazionale del 14 novembre contro Gibilterra per le qualificazioni agli Europei è stata tolta a Brema, e passata a Norimberga. La perdita per la città anseatica è valutabile intorno ai 600 mila euro. «Non ci lasciamo ricattare», replica il governo locale, una coalizione tra socialdemocratici e verdi. La Lega calcio vuol far cadere i costi sulla popolazione, su tutti i contribuenti, e allo stesso tempo lanciare un monito alle altre squadre, a non seguire l’esempio. Ma il Bremen, dalla casacca verde, ha scatenato la discussione.
Il sindacato della polizia ritiene che il conto sia ancora troppo modesto, e chiede a forfait 50 milioni di euro all’anno, per ripagare meglio gli agenti impegnati in straordinari durante il weekend. E in Nord Renania Westfalia è stato deciso di ridurre, o perfino di non prevedere, l’intervento della polizia. Il Land ospita molte delle squadre più titolate, dal Dortmund al Colonia, dallo Schalke al Bayer Leverkusen. In alcune stagioni poteva vantare fino a otto club su 18 nella Bundesliga. L’esperimento sarà limitato all’inizio a quattro giornate in cui non saranno in programma incontri a rischio. Le società, che non sono per principio contrarie, dovranno controllare i loro fan.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 6/8/2014