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 2014  agosto 05 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IN ISRAELE FORSE TREGUA DEFINITIVA


REPUBBLICA.IT
GAZA - Il ritiro dell’esercito israeliano stavolta è ufficiale. L’artiglieria israeliana tace.
Hamas ha smesso di sparare razzi: al 29esimo giorno dell’offensiva ’Margine Protettivo’, alle 8 ora locale (le 7 in Italia), la guerra sembra ferma, finita. E’ cominciata la tregua di 72 ore siglata tra Israele e le fazioni palestinesi di Gaza, grazie alla mediazione dell’Egitto, anche se i missili di Hamas sono stati sparati fino all’ultimo minuto, verso il sud di Israele, ma anche verso la Cisgiordania. Per Tsahal la missione è compiuta: distrutti 32 tunnel utilizzati per infiltrarsi in Israele, si può annunciare il totale ritiro dalla Striscia.
"Tutti i nostri soldati sono usciti da Gaza", annuncia il portavoce dello Stato ebraico Moti Almoz. L’alto ufficiale ha comunque precisato che un piccolo contingente rimarrà vicino al confine, pronto a reagire nel caso Hamas rompesse il cessate il fuoco. Identica la minaccia del movimento islamista in caso di "infiltrazione" militare.
Nelle prossime ore 300 camion dovrebbero entrare a Gaza: 10 portano materiale sanitario insieme con 5 ambulanze. Dovrebbero anche essere riparate a breve le linee per riportare l’elettricità nel martoriato territorio palestinese.
Gli abitanti tornano a Gaza bombardata
Tregua sempre fragile. La pausa concordata con la mediazione egiziana rappresenta infatti l’ennesimo tentativo di far tacere le armi e avviare il negoziato per una cessazione duratura delle ostilità, di dare un po’ di respiro alla popolazione di Gaza. Ma un’ora prima della sua entrata in vigore, le sirene d’allarme sono entrate in funzione ad Ashkelon e in altre città vicine al confine con Gaza. Secondo i media israeliani, poco prima colpi di mortai erano stati sparati verso le colonie vicine al confine. Un razzo M75 a lunga gittata è caduto nei pressi della moschea di Beit Sahour in Cisgiordania, non distante da Betlemme.
Spiraglio per i negoziati. Il cessate il fuoco di tre giorni, annunciato nella stessa giornata in cui a Gerusalemme si sono verificati due "atti terroristici" con morti e feriti e a Gaza sono stati uccisi altri civili, dovrebbe ora portare al passo successivo, quello dei negoziati, visto che tra le condizioni poste c’è la richiesta che lo Stato ebraico torni al tavolo del Cairo. Una strada abbandonata la scorsa settimana dal governo di Benjamin Netanyahu che oggi ha invece convocato a Tel Aviv il gabinetto di sicurezza del governo. Una delegazione israeliana è attesa nelle prossime ore, la delegazione palestinese, di cui fanno parte membri di Hamas e della Jihad islamica, è in Egitto già da giorni ma si è appreso che l’intelligence israeliana in realtà è rimasta al Cairo anche nei giorni scorsi.
Gaza, il ritiro dei soldati israeliani
La Casa Bianca ha accolto con favore la notizia della tregua, sottolineando che ora spetta al movimento islamista palestinese rispettare l’impegno. "È un’iniziativa importante. La sosteniamo pienamente - ha detto Tony Blinken, il vice consigliere per la sicurezza nazionale -. Ora spetta ad Hamas dimostrare che rispetterà le condizioni".
Bilancio pesantissimo. Dall’inizio dell’offensiva israeliana, l’8 luglio scorso, sono stati uccisi 1.900 palestinesi, tra i quali circa 400 bambini. Altri 9.000 sono rimasti feriti e gli sfollati sono 285.000 soltanto nei rifugi gestiti dall’Onu. Il bilancio comunque sembra però destinato a crescere ora che saranno estratti i cadaveri dalle macerie. Israele sostiene di aver ucciso almeno 900 terroristi. Sul fronte israeliano, sono morti 64 soldati e tre civili. Tra i 97 soldati feriti, nove versano in gravi condizioni.
Aiuti Usa. Il presidente Usa, Barack Obama, ha intanto firmato il disegno di legge che garantisce l’aumento di 225 milioni di dollari di fondi per finanziare Iron Dome, il sistema antimissile di Israele, rivelatosi molto efficace nell’intercettare i razzi lanciati da Hamas. Lo riferisce una nota della Casa Bianca in cui viene ribadito il diritto dello Stato ebraico a difendersi, ma anche l’appello alla autorità israeliane affinché facciano il possibile per evitare vittime tra la popolazione civile di Gaza. Dal 2011 a oggi gli Stati Uniti hanno finanziato Iron Dome con 700 milioni di dollari.
Posizioni internazionali. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha chiesto a Israele che si assuma la responsabilità per "le crescenti prove di crimini di guerra" compiuti dall’esercito a Gaza. In un comunicato, la Pillay ha sottolineato "la necessità ora più che mai che si assumano la responsabilità per le crescenti prove di crimini di guerra e per un numero mai visto prima di vittime civili, tra cui 250 bambini". Nel frattempo il governo spagnolo ha bloccato per agosto le autorizzazioni per la vendita di armi a Israele. Lo scorso anno la Spagna ha venduto a Israele materiale bellico (missili, granate, razzi, bombe, mitra, pistole ecc) per un valore di 4,1 milioni di euro, con un incremento dell’87% rispetto alle forniture dell’anno precedente: la maggiore esportazione degli ultimi cinque anni. In un’intervista l’ex leader cubano Fidel Castro ha definito le operazioni militari israeliane a Gaza "una nuova forma di fascismo".
Israele ritira le truppe: "Tutti i soldati fuori da Gaza". Tregua di 72 ore, la guerra sembra finita
Il sottosegretario agli Esteri del governo britannico, Sayeeda Warsi
In Gran Bretagna Sayeeda Warsi, sottosegretario agli Esteri del governo britannico, ha rassegnato le proprie dimissioni perché in disaccordo con "la politica dell’esecutivo nei confronti di Gaza". Prima musulmana ad aver occupato l’incarico di sottosegretario, è di origine pachistana e le era stato affidato il portafoglio degli affari asiatici e dei rapporti con le organizzazioni internazionali. Ex presidente del partito conservatore, siede alla Camera dei Lord.

ATTENTATO TERRORISTICO
REPUBBLICA.IT 4/8
GAZA - Entrerà in vigore alle 8 di domani mattina (ora locale, le 7 in Italia) la tregua umanitaria di 72 ore accettata da Israele su proposta dell’Egitto, che oggi al Cairo ha ospitato colloqui con delegazioni dell’Olp e di Hamas. Lo rende noto l’agenzia di stampa egiziana Mena citando fonti palestinesi. E la notizia, secondo il quotidiano Haaretz, è stata confermata anche da fonti ufficiali israeliane: "Il gabinetto israeliano dei ministri ha accettato la proposta egiziana per un cessate il fuoco di 72 ore a partire della otto di domani mattina, senza precondizioni". La decisione è stata presa - ha scritto un giornalista di Haaretz su Twitter - al termine di una consultazione telefonica tra i vari ministri del gabinetto. E una fonte ufficiale a Tel Aviv ha confermato. Israele invierà nei prossimi giorni una delegazione al Cairo per i colloqui su una tregua più duratura e definitiva. Il governo israeliano si è comunque detto scettico sul cessate il fuoco di domani dopo che quelli precedenti sono rapidamente crollati.

In precedenza l’esponente del comitato esecutivo dell’Olp, Hanna Amira, aveva dichiarato ad Aki - Adnkronos International che l’obiettivo, durante la tregua, è quello di avviare "negoziati indiretti tra palestinesi e israeliani con la mediazione dell’Egitto per raggiungere un accordo duraturo per il cessate il fuoco". Hamas e la Jihad Islamica avevano aperto alla possibilità di una nuova tregua umanitaria, secondo quanto citato dal sito libanese Al Mayadeen e ripreso dal Jerusalem Post. Un esponente di Hamas all’estero aveva aggiunto: "La palla è ora nel campo di Israele".

Così, dopo la tregua unilaterale avviata da Gerusalemme oggi e durata sette ore, potrebbe esserci un nuovo periodo di relativa calma a Gaza. Da Tel Aviv è arrivata la conferma ufficiale, ma bisognerà vedere se il cessate-il-fuoco reggerà.

Intanto, però, oggi Israele ha ripreso i raid sulla Striscia, annunciando anche che sono stati distrutti tutti i tunnel individuati dalle forze speciali e che erano usati dai combattenti di Hamas per penetrare in territorio israeliano. "Abbiamo ricominciato le nostre operazioni contro le infrastrutture terroristiche a Gaza, raid aerei compresi" ha reso noto il portavoce di Tsahal, Peter Lerner, annunciando ufficialmente la fine della tregua umanitaria tra Israele e Palestina. L’esercito dello Stato ebraico aveva stabilito sette ore di pausa, a partire dalle 10 ora locale (le 9 in Italia), con l’eccezione dell’area orientale di Rafah, "dove viene mantenuta una presenza militare". Ma il silenzio è stato interrotto appena sei minuti dopo l’inizio, quando in un primo raid è stata uccisa una bimba palestinese di otto anni. La fine della tregua è stata sancita con un nuovo attacco aereo vicino a un impianto di desalinizzazione a Rafah dove sono morte tre persone, tra cui due fratelli di 12 e 5 anni. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Sanità a Gaza Ashraf al-Kidra.

L’interruzione della tregua. Secondo fonti mediche palestinesi, il primo raid aereo ha colpito una casa nel capo profughi di al-Shati a Gaza City, uccidendo la piccola Aseel Muhammad al-Bakri, otto anni, e causando almeno 30 feriti. Tra questi ci sono altri bambini che sono stati trasportati all’ospedale al-Shifa di Gaza. Un portavoce dell’esercito israeliano ha annunciato che sono in corso verifiche ma testimoni e giornalisti sul posto sostengono di aver udito il sibilo di un missile lanciato da un F-16 sulla casa situata in mezzo a due alti palazzi alle 10.06. La zona colpita non era nell’area di Rafah esclusa dalla pausa. Secondo quanto riporta un giornalista di Maan, meno di un’ora dopo le forze israeliane hanno colpito una casa nell’accampamento al-Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza. Il ’numero due’ di Hamas, Moussa Abu Marzouk, che è al Cairo per il negoziato sul cessate il fuoco mediato dall’Egitto, aveva invitato oggi la popolazione di Gaza a "non fidarsi della tregua dichiarata da Israele".

Bilancio delle vittime di oggi. Sono almeno cinquanta i nuovi morti registrati oggi nella Striscia di Gaza, nonostante la tregua umanitaria di sette ore proclamata unilateralmente da Israele, con la sola eccezione dell’area a est di Rafah, che avrebbe peraltro violato già pochi minuti dopo il suo inizio. Stando a fonti sanitarie dell’enclave, diciotto persone sarebbero rimaste direttamente vittime di attacchi delle forze dello Stato ebraico. Di altre 52 sarebbero stati estratti i cadaveri da edifici bombardati in precedenza. In 28 giorni di ostilità, il computo complessivo dei morti accertati tra i palestinesi è dunque salito ad almeno 1.865, quello dei feriti a circa 9.400.

Tremila le abitazioni distrutte. Sul versante opposto gli israeliani che hanno perso la vita ammontano sempre a 66, di cui 64 militari. Al bilancio va aggiunto un lavoratore di nazionalità thailandese. A proposito di cittadini stranieri, non è ancora confermata la sorte di un operatore umanitario britannico che sarebbe stato investito dall’esplosione di un missile a Rafah.

Gerusalemme è stata colpita da due attentati a distanza di tre ore l’uno dall’altro. Nel primo due uomini sono rimasti uccisi e cinque altri feriti da un terrorista che, a bordo di una ruspa, si è mosso all’impazzata per le strade di un sobborgo della città. Il bulldozer ha investito uno dietro l’altro un passante, un autobus che comunque era vuoto e un’auto prima di esser ucciso dalla polizia. E’ successo alle 13.35 ora locale (12.35 in Italia). Non si vedeva da 5 anni un attentato con la ruspa a Gerusalemme, che Hamas non ha rivendicato ma definito "un’apprezzabile iniziativa locale". Dopo è stata la volta di un uomo che a bordo di una moto ha sparato a un soldato ventenne fermo alla fermata di autobus vicino all’università ebraica. Il soldato è stato trasportato in ospedale ed è grave. La polizia sta dando la caccia all’uomo, che si è rifugiato in un quartiere palestinese.
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Il cessate il fuoco doveva consentire alla popolazione di Gaza di fare approvvigionamenti e ritornare nelle proprie case. L’esercito aveva avvertito però che avrebbe risposto "a qualsiasi tentativo di infrangere questa ’finestra’" o attaccare a civili e soldati. Il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza non si è mai interrotto. Hamas non è ritenuta vincolata dalla scelta israeliana, sirene di allarme stanno risuonando in molte comunità israeliane.

Ucciso volontario Uk. Un volontario britannico è rimasto ucciso a Gaza. Il Foreign Office ha chiarito che l’uomo, originario di Rochdale nell’Inghilterra nord-orientale, sarebbe morto domenica.

La decisione di sospendere temporaneamente le ostilità è stata presa dopo una giornata durante la quale le forze armate dello Stato ebraico hanno ritirato la maggior parte delle loro truppe dalla Striscia, ma hanno portato avanti l’operazione "Margine protettivo", tra l’altro con un attacco nei pressi di una scuola gestita dall’Onu. Un’azione condannata dalla comunità internazionale, in particolare dalle Nazioni Unite e dall’amministrazione americana.
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Morto capo dell’intelligence della Jihad. Lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence israeliana, citata dalla stampa, sostiene che sia stato ucciso il capo dell’intelligence della Jihad islamica a Gaza, Danyal Mansur. L’esercito israeliano ha colpito nella notte oltre 20 obiettivi nella Striscia di Gaza distruggendo altri due tunnel. Secondo un alto responsabile dell’esercito, una volta che saranno tutti distrutti, l’esercito riesaminerà la situazione per decidere come procedere. E in serata è venuta la conferma: un portavoce dell’esercito ha dichiarato che tutti i tunnel individuati erano stati distrutti, ma che le forze israeliane rimarranno ancora nella Striscia: "C’è molto da fare per garantire la sicurezza del nostro paese", ha concluso.
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Bilancio di guerra. E’ salito a 1822 palestinesi morti, inclusi 398 bambini, il bilancio dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Lo riporta il ministero della Salute di Gaza secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Maan. I feriti palestinesi sono 9.370, dei quali 2.744 bambini. Secondo i dati dell’Onu circa 373mila bambini hanno bisogno di sostegno psicologico per i traumi relativi alla guerra. Secondo i dati forniti da varie associazioni, sono state distrutte oltre 10 mila case. Sessantaquattro i militari e due i civili israeliani morti dall’inizio dell’offensiva.
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Le reazioni internazionali. Al Cairo, la delegazione palestinese si è mostrata ottimista prima dei colloqui con i mediatori egiziani. Ma le parti sembrano distanti. Oggi la Francia ha detto che la soluzione politica al conflitto deve essere "imposta" perché le parti, "nonostante innumerevoli tentativi, purtroppo si sono mostrate incapaci di chiudere il negoziato", ha detto il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. Una proposta oggi è arrivata dal ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman. Per garantire la pace, ha spiegato, il controllo della Striscia di Gaza, al termine delle offensiva, deve essere assegnato "all’Onu. Questa è una delle poche opzioni (possibili) e certamente andrà valutata". Anche la Russia esorta Israele ad accettare un cessate il fuoco umanitario durevole. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov.

L’Europa "non può rimanere neutrale" ha spiegato presidente francese Francois Hollande. Mentre il premier britannico David Cameron - ieri criticato dal leader laburista, Ed Miliband, che aveva definito "inspiegabile" il suo "silenzio" sulle vittime palestinesi -, ha condannato l’attacco israeliano contro una scuola delle Nazioni Unite a Gaza costato la vita a 10 palestinesi. "Quello che sta succedendo è inaccettabile. Colpire edifici dell’Onu, bambini, civili, è del tutto inaccettabile e va fermato", ha incalzato il ministro degli Esteri Federica Mogherini.

Kerry spiato da Israele. Le telefonate del segretario di Stato Usa, John Kerry, sarebbero state controllate da Israele, durante i falliti colloqui di pace dello scorso anno tra Israele, le autorità palestinesi e gli Stati arabi. I servizi d’intelligence di Israele e di almeno un altro Paese avrebbero intercettato le sue chiamate usando un telefono non sicuro, secondo quanto pubblicato dalla rivista tedesca Der Spiegel, citando diverse fonti d’intelligence. Per Steven Bellovin, professore di scienze informatiche alla Columbia University, Kerry potrebbe aver deliberatamente usato un telefono non criptato "per far trapelare delle informazioni che voleva far conoscere a Israele".
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Snowden e Wikileaks, Usa appoggiano Israele. La National Security Agency svolge un ruolo importante a sostegno dell’intelligence israeliana e quindi degli attacchi che Israele sta conducendo a Gaza. E’ quanto scrive oggi The Intercept, il sito diretto da Gleen Greenwald il giornalista che per primo pubblicò le rivelazioni di Edward Snowden. I documenti, alcuni risalenti anche al 2013, mostrano come gli Stati Uniti abbiano fornito "finanziamenti, dati ed analisi" agli israeliani, in gran parte diretti a contrastare il "terrorismo palestinese". Documenti top secret arrivano anche da Wikileaks che pubblica un rapporto dell’ambasciata americana a Tel Aviv in cui si scrive che il governo israeliano manipola l’economia di Gaza in modo da impedire ogni possibile sviluppo, cercando comunque di evitare la crisi umanitaria.

MOLINARI SULLA STAMPA
Maurizio Molinari per “La Stampa”



DANYAL MANSOUR DANYAL MANSOUR

Con un raid aereo contro un edificio nel campo profughi di Jabalya l’esercito israeliano ha eliminato Danyal Mansour, uno dei comandanti più efficienti e spietati della Jihad islamica palestinese. Il più importante incarico di Mansour era la guida delle unità di intelligence della Jihad nel Nord di Gaza, ovvero l’area da dove partono la maggioranza degli attacchi contro Israele. Ciò significa che c’è la sua mente dietro la stretta cooperazione con Hamas nella realizzazione dei tunnel per infiltrarsi in profondità dentro Israele al fine di compiere attacchi, come anche di raccogliere informazioni per future operazioni.



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Mansour ha avuto nelle ultime settimane anche l’incarico di coordinare i lanci di razzi a lungo raggio contro Israele da parte della Jihad islamica, proprio come aveva fatto durante il conflitto dell’autunno 2012 e i notevoli miglioramenti intervenuti da allora lasciano intendere l’efficienza che è riuscito a ottenere dalle proprie unità. Circondato da fedelissimi, abile nel risultare invisibile e spietato nella caccia alle spie, Mansour era anche altro: uno degli uomini di fiducia di Teheran a Gaza.

Nella Striscia di Gaza, dove il governo è nelle mani di Hamas, la Jihad islamica palestinese è infatti l’interlocutore privilegiato dell’Iran e in particolare della «Forza Al Quds», incaricata di far arrivare armi e istruttori per colpire meglio Israele. Da giorni si rincorrono a Gerusalemme voci su una presenza di cellule iraniane a Gaza: si tratterebbe di uomini della «Forza Al Quds» che avrebbero aiutato Hamas e Jihad a perfezionare i lanci di razzi e mortai. Il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, ha scelto di non confermare nè smentire tali indiscrezioni, sottolineando però che «l’arsenale di Hamas ha una matrice iraniana».



ospedale di gaza ospedale di gaza

Ciò significa che Mansour era uno dei leader locali di cui gli iraniani si fidavano di più. Ma il fatto di essere stato eliminato nel bel mezzo del campo profughi di Jabalya in un appartamento che, secondo lo Shin Beth, «usava come casa» significa che qualcuno potrebbe averlo tradito, indicando ai droni il nascondiglio dove si rifugiava, in una delle zone più densamente popolate di Gaza. L’ipotesi del tradimento può spiegare anche perché i droni lo hanno «visto» mentre era fuori dai tunnel che proteggono i leader politici e militari di Gaza.