5 agosto 2014
NUOVO Mariangela Moiola, 55 anni. Sposata, quattro figli, di continuo litigava con l’ultimogenito Marcello Suriano, 22 anni, tipo «solitario, taciturno e scontroso», maniaco dell’ordine e della pulizia (passava ore a pulire il marciapiede di fronte a casa o svuotare i tombini intasati da sassi e foglie), ossessionato dal fatto che non riusciva a trovare un lavoro, negli ultimi tempi «sempre più strano», tanto che potava le piante del giardino con una forbicina da unghie e passeggiava per le vie del centro raccogliendo da terra i mozziconi di sigaretta
NUOVO Mariangela Moiola, 55 anni. Sposata, quattro figli, di continuo litigava con l’ultimogenito Marcello Suriano, 22 anni, tipo «solitario, taciturno e scontroso», maniaco dell’ordine e della pulizia (passava ore a pulire il marciapiede di fronte a casa o svuotare i tombini intasati da sassi e foglie), ossessionato dal fatto che non riusciva a trovare un lavoro, negli ultimi tempi «sempre più strano», tanto che potava le piante del giardino con una forbicina da unghie e passeggiava per le vie del centro raccogliendo da terra i mozziconi di sigaretta. L’altro giorno madre e figlio erano soli in casa quando chissà perché scoppiò l’ennesima discussione, allora il Suriano saltò addosso alla mamma, la riempì di calci e pugni e poi le strinse le mani attorno alla gola, la Moiola riuscì a divincolarsi e urlando a squarciagola corse verso il pianerottolo, lui la raggiunse, la buttò in terra, e le infilò un sacchetto di plastica in bocca finché non smise di respirare. Quando arrivarono i carabinieri, chiamati dai vicini, la donna era già cadavere e il figlio, accoccolato là accanto, le sussurrava: «Svegliati, svegliati». Poi al pm, confuso e agitato, spiegò: «L’ho uccisa perché non ne potevo più dei suoi rimproveri». Pomeriggio di venerdì 8 agosto in una villetta in via per Gattedo a Carugo, seimila anime in provincia di Como.