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 2014  agosto 05 Martedì calendario

LISBONA SALVA IL BANCO ESPIRITO SANTO

Un salvataggio gravido di interrogativi. Il governo di Lisbona ha varato nel fine settimana un piano per permettere al Banco Espirito Santo (Bes) di proseguire l’attività, con l’approvazione della Ue. Le difficoltà di finanziamento della banca privata erano però ampiamente note e questa circostanza ha sollevato diverse critiche: perché non si è agito prima?
Il piano prevede la scissione in due dell’azienda di credito. Al Novo Banco saranno attribuiti tutte le attività e i depositi: i correntisti saranno dunque pienamente garantiti, così come sono stati "salvati" i sottoscrittori di obbligazioni non subordinate. Il capitale, pari a 4,9 miliardi di euro, sarà sottoscritto dal Fondo di risoluzione bancaria predisposto nel 2012: il fondo, partecipato da tutte le banche portoghesi, ha a disposizione teoricamente 6,4 miliardi di euro, ma ha in cassa solo 185 milioni. Dovrà quindi chiedere un prestito dallo Stato che sarà presto sostituito dalle organizzazioni internazionali che hanno partecipato al salvataggio del Portogallo, o rimborsato dopo la vendita del Novo Banco.
Questa soluzione permetterà alla banca di proseguire indisturbata nella sua operatività. Il vecchio Banco Espirito Santo si trasformerà intanto in una bad bank, nella quale resteranno tutte le attività in sofferenza, tra le quali i prestiti ad altre società del gruppo Espirito Santo (cinque delle quali hanno portato i libri in tribunale) e la quota nella controllata in Angola, che ha bisogno di una ricapitalizzazione.
La bad bank è destinata a essere chiusa. Le perdite, come previsto dalle regole varate dall’Unione europea nel 2013, ricadranno sugli azionisti - tra i quali la famiglia Espirito Santo per il 20%, la francese Crédit Agricole per il 14,6% la brasiliana Banco Bradesco per il 3,9% e la Portugal Telecom per il 2,1% - e i sottoscrittori di obbligazioni subordinate. I mercati hanno ben accolto il piano: sono calati in particolare gli spread sui Bund di Portogallo, Spagna e Italia (a 156 da 161).
Il salvataggio è diventato necessario dopo l’annuncio - il 30 luglio - di perdite semestrali decisamente superiori alle previsioni: 3,6 miliardi di euro, una cifra che è stata accolta da un calo del 73% del titolo in Borsa. Il rosso aveva fatto crollare i requisiti di capitale e di liquidità malgrado l’aumento di capitale effettuato a giugno. In particolare il rapporto Common Equity Tier 1 e le attività di rischio era calato al 5%, dal 9,8% di marzo: al di sotto quindi del livello minimo del 7% fissato dal Banco de Portugal.
È su questo punto che si addensano le critiche. Solo pochi giorni prima della pubblicazione della semestrale, il 27 luglio, la Banca centrale aveva rassicurato investitori e clienti sulla solvibilità della banca, sulla cui reputazione pesavano le difficoltà delle società del gruppo Espirito Santo e l’inchiesta per riciclaggio ed evasione fiscale che aveva coinvolto il patriarca della famiglia, il 70enne, Ricardo Espirito Santo Silva Salgado. Anche da un punto di vista strettamente finanziario, inoltre, la Bes aveva attirato le attenzioni di analisti e agenzie di rating (S&P’s le ha attribuito un B-, Moody’s B3) per le crescenti difficoltà di finanziamento.
Riccardo Sorrentino, Il Sole 24 Ore 5/8/2014