Ilaria Maria Sala, La Stampa 5/8/2014, 5 agosto 2014
MA PECHINO È GIÀ AVANTI CON EXPORT E INVESTIMENTI
Non c’è la Cina fra gli invitati di Obama al summit, ma l’assenza pesa se possibile ancora di più.
Le relazioni fra Pechino e il continente africano si sono sviluppate in modo esponenziale negli ultimi anni, diventando via via più importanti e complesse.
Il commercio fra Cina e l’Africa è cresciuto, raggiungendo lo scorso anno i 200 miliardi di dollari. E per quanto ancora adesso il grosso di questo giro di affari sia rappresentato dagli acquisti cinesi di materie prime africane (solo nei primi 10 mesi dello scorso anno Pechino ha importato 14 milioni di barili di petrolio dal Sudan del Sud), una parte sempre più importante, per la Cina, è rappresentata anche dalle esportazioni in Africa di prodotti cinesi. Si vendono beni di consumo quotidiano, automobili ed elettrodomestici, portando l’Africa ad essere quello che alcuni già chiamano il «secondo continente cinese».
E c’è molto di più: nel suo primo anno di presidenza Xi Jinping ha mostrato il crescente interesse cinese nei confronti dell’Africa, ed ha anche dimostrato la sua determinazione nel difendere i principali percorsi di navigazione, scortando più di 5300 navi nel Golfo di Aden.
La Cina non lesina nemmeno sui prestiti: quelli diretti sono stati più di 10 miliardi di dollari, solo nel corso del 2013, per progetti che, di nuovo, esulano dalle semplici operazioni estrattive di risorse. Pechino finanzia infatti infrastrutture e industrie, sia nell’agricoltura che manifatturiere.
I cinesi presenti in Africa in modo stabile sono già più di un milione, molti dei quali hanno tutte le intenzioni di restare lì sul lungo termine, e crescere le famiglie in Africa. E almeno il 51% dei 5 miliardi di dollari spesi dalla Cina in aiuti esteri vanno verso l’Africa – una percentuale più che raddoppiata negli ultimi due anni.
Non che i Paesi africani siano riceventi passivi di questi aiuti, infrastrutture, investimenti e prestiti, e non che le relazioni fra le due entità procedano sempre senza intoppi, ma la lunga latitanza americana dalle sponde africane ha lasciato il passo libero a quella che è la più vasta espansione commerciale e finanziaria della Cina al di fuori delle sue frontiere. Se Europa e America vogliono tornare a contare in Africa, dovranno impegnarsi in modo completamente nuovo.
Ilaria Maria Sala, La Stampa 5/8/2014