Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 5/8/2014, 5 agosto 2014
PROUST E LA GELOSIA ANCHE PER I GELATI
Lasciamo perdere la «madeleine»: ne abbiamo già inzuppate troppe nel tè caldo di Marcel Proust. Non bisogna dimenticare che nella «Recherche» ci sono anche creme al cioccolato, formaggi, panna, burro… E tante lattaie bianche che popolano la fantasia (erotica) del narratore. Quanto ad Albertine, lei non resiste a tutto ciò che viene bandito dai venditori ambulanti: ostriche, granchiolini, sgombri, cozze, asparagi, arance... E gelati: «Ogni volta che ne mangio, templi e chiese, obelischi e rocce, è innanzitutto una sorta di geografia pittoresca quella che contemplo, salvo poi convertirne i monumenti di lampone o vaniglia in freschezza per la mia gola». E chissà perché scoppia in una risata: per prendersi gioco di se stessa o «per la voluttà fisica di sentire dentro di lei qualcosa di così buono, di così fresco, che le procurava l’equivalente di un orgasmo»? Marcel sembra geloso anche dei gelati.