Francesco Palmas, Avvenire 4/6/2014, 4 giugno 2014
SCUDO ANTIMISSILE E SIRIA ACCENDONO LA CONTESA
Non c’è solo la crisi ucraina a dividere Stati Uniti e Russia. Sul tavolo ci sono altri dossier scottanti: dallo scudo antimissile alla guerra contrapposta in Siria, per non parlare delle tensioni crescenti sull’Artico. Mosca non ha mai gradito la costruzione di un ombrello antibalistico nel proprio giardino di casa. E dalle parole è passata ai fatti. A Kaliningrad sono operative batterie di missili capaci di colpire fino a Berlino con testate nucleari.
Serviranno? Dopo 12 anni di studi e progetti, lo scudo anti-missilistico sponsorizzato da Washington sta diventando una realtà. In Romania fervono i lavori di adeguamento della base missilistica, pronta nel 2015 con 24 intercettori. La Polonia seguirà entro il 2018. E lo scudo euro-atlantico sarà ultimato nel 2020: garantirà copertura globale al Vecchio continente, con decine di intercettori terrestri e 4 unità navali statunitensi. E Washinton già avverte: è possibile anche un rafforzamento delle truppe di stanza in Europa. Tutto sommato le cifre proposte per la sicurezza dell’est-europeo sono poca cosa: un miliardo appena, vale a dire un ventesimo di quanto costeranno i 9.800 soldati americani in Afghanistan nel solo 2015. La Russia sta ricostruendo la difesa aerea integrata in tutto lo spazio ex-sovietico, con i famigerati missili S-300. Già oggi i tre quarti delle esportazioni belliche russe riguardano sistemi d’arma antiaerei e caccia, anche leggeri, come gli Yak-130 che Mosca si appresta a fornire alla Siria.