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 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

DOPO RATZINGER LA PARABOLA DEL POTERE FINISCE NEI VELENI


Al passaggio di consegne con il successore Parolin ha definito il suo settennato alla guida della Segreteria di Stato «ricco e travagliato». E non c’è pace neppure adesso per Tarcisio Bertone, primo ministro di Benedetto XVI per 7 anni e poi, per sette mesi, di Francesco. Il porporato salesiano, che il 2 dicembre compirà 80 anni, è di nuovo all’attenzione della cronaca. Una nuova «tegola» sul cardinale che soltanto un mese fa era stato al centro di una polemica legata alla sua nuova residenza in Vaticano, un appartamento di circa 600 metri quadri in un palazzo del piccolo stato, all’ombra di San Pietro. Ma di problemi Bertone ne ha avuti altri, come la vicenda legata all’eredità del marchese Gerini ai Salesiani, alla stagione dei veleni di Vatileaks, capitata durante il suo mandato e che lo ha visto protagonista di scontri, come quello con l’allora segretario generale del Governatorato, Viganò. Critiche arrivarono anche per la «gestione» dello Ior, con la defenestrazione del «suo» presidente dell’Istituto, Ettore Gotti Tedeschi nel maggio 2012. Già fidato collaboratore di Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della Fede, diventa segretario e numero due dell’ex Sant’Uffizio nel 1995. All’inizio del 2003 diventa arcivescovo di Genova e viene nominato cardinale. Nel giugno 2006 papa Benedetto XVI lo nomina segretario di Stato, ruolo che ricopre dal 15 settembre 2006, succedendo al cardinale Angelo Sodano. Un incarico che prosegue, però, anche in regime di «prorogatio» fin dal compimento dei 75 anni di età, dal 2 dicembre 2009 insieme a quello di Camerlengo. Proprio come Camerlengo gestisce la sede vacante dopo le «dimissioni» di Ratzinger dell’11 febbraio 2013. Lascia il suo compito il 15 ottobre 2013 (anche se l’annuncio dell’arrivo del suo successore mons. Pietro Parolin è del 31 agosto), dopo 7 mesi di collaborazione con Jorge Bergoglio. Benedetto XVI ha fatto di lui un segretario di stato con amplissimi poteri, capace di gestire largamente le nomine, spesso criticato per la sua esuberanza e il suo attivismo. Il 7 febbraio 2014 viene sostituito dallo stesso Parolin nella commissione cardinalizia di controllo dello Ior: «La mia sostituzione insieme a quella di altri membri della Commissione Cardinalizia di vigilanza dello Ior, credo sia stata una decisione anche fisiologica - aveva spiegato allora - cambiando il Segretario di Stato, che negli ultimi decenni ha ricoperto il ruolo di Presidente, era naturale che cambiassi anche io». Entrato giovanissimo tra i salesiani, è stato ordinato sacerdote nel 1960. Quinto di otto figli, ha compiuto i suoi studi medi a Torino, nell’oratorio di Valdocco, passando direttamente al noviziato di Monte Oliveto (Pinerolo) attratto dalla vocazione salesiana. Ha rivelato che quando incontra papa Ratzinger (che una volta paragonò a Franz Beckenbauer) «parliamo anche di calcio e mi chiede cosa ha fatto la mia Juventus». Sul leghista Roberto Calderoli che aveva sfoderato una maglietta anti-islamica in tv provocando ribellioni violente: «Certe persone andrebbero mandate a fare i lavori forzati in Cirenaica, per capire il valore vero del rispetto».

Giacomo Galeazzi, La Stampa 21/5/2014