Paul Krugman, Il Sole 24 Ore 21/5/2014, 21 maggio 2014
I PESCI DEL NEW ENGLAND E LO STATO CHE FUNZIONA
Brad Plumer, un giornalista di Vox, ci ha raccontato una storia importante poco nota: «Nei lontani anni 80 e 90, molte aziende attive nel settore della pesca, negli Usa, erano in seria difficoltà. La consistenza delle popolazioni ittiche era in netto calo: il numero di esemplari delle specie di pesci da fondale più note del New England (merluzzi, passere di mare, fra gli altri) era precipitato, con un costo per le città costiere quantificato in centinaia di milioni di dollari». Di fronte a questa situazione intervenne lo Stato. Ma noi sappiamo che lo Stato è sempre il problema, mai la soluzione, perciò possiamo immaginarci come sia andata.
E invece immaginiamo male: l’intervento pubblico è stato efficacissimo. Molte aziende si sono riprese, con beneficio non solo dei pescatori, ma anche dei consumatori. (L’articolo di Plumer, intitolato «Quando gli Stati Uniti impedirono il tracollo delle aziende ittiche», si può leggere a questo indirizzo: http://www.vox.com/2014/5/8/5669120/how-the-us-stopped-its-fisheries-from-collapsing).
La lotta ai cambiamenti climatici non è molto diversa dal salvataggio dell’industria della pesca: se solo ci decideremo a fare la cosa più ovvia, sarà più facile e più efficace di quello che tutti in questo momento si aspettano.
L’ABUSO DELLA RELATIVITÀ
Jonathan Chait, della rivista New York, ha smontato la reazione dell’All-Star Panel della Fox News alla nuova Analisi nazionale sullo stato del clima negli Stati Uniti. Chait cita l’editorialista conservatore Charles Krauthammer, che ha liquidato il consenso generalizzato della comunità scientifica dicendo che «il 99 per cento dei fisici era convinto che lo spazio e il tempo fossero qualcosa di fisso, finché Einstein, lavorando in un ufficio brevetti, scrisse un saggio in cui dimostrava che non è così».
Come fa notare Chait, applicando questa logica qualsiasi conclusione scientifica diventerebbe irrilevante: magari domani qualcuno scriverà un saggio in cui dimostra che la teoria dei germi come causa delle malattie è completamente sbagliata, perciò perché prenderci la briga di sterilizzare gli strumenti negli ospedali?
Ma c’è un altro punto debole: Krauthammer fraintende completamente quello che fece Einstein.
Sì, Einstein dimostrò che lo spazio e il tempo sono concetti relativi. Ma dimostrò forse che tutto quello che avevano fatto fino a quel momento i fisici era completamente sbagliato? Ovviamente no. La fisica classica era un campo di studi straordinariamente utile ed efficace, e l’avvento della teoria della relatività lasciò intatto quasi tutto il suo impianto. Certo, Einstein dimostrò che si trattava di un caso particolare, ma che si applicava quasi alla perfezione alle velocità e alle accelerazioni che troviamo in condizioni normali.
Quindi, se ci fosse un equivalente di Einstein nella climatologia, scoprirebbe che i modelli esistenti sono esatti per il 99,9 per cento , anche se in condizioni estreme possono essere fuorvianti.
Ma forse il modo più semplice per dirlo è così: dottor Krauthammer, lei non è Einstein.
(Traduzione di Fabio Galimberti)
Paul Krugman, Il Sole 24 Ore 21/5/2014