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 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

BONOMI SALE AL 10% DEL CLUB MED


La famiglia Bonomi sale al 10,07% del capitale del Club Méditerranée e non si ferma. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, Strategic Holdings sarl, il veicolo di investimento controllato dalla holding di famiglia Bi-Invest, continuerà a comprare sul mercato azioni Club Med a un ritmo pari almeno all’1% al giorno per arrivare a una quota del 15-20% entro venerdì.
Dopodomani è infatti il termine ultimo per aderire all’opa a 17,50 euro per azione lanciata un anno fa dalla cinese Fosun International e dal fondo di private equity Ardian (tramite il veicolo comune Gallion Invest) sul gruppo francese che gestisce villaggi turistici, ma che poi era rimasta in sospeso in seguito a un contenzioso giudiziario con alcuni azionisti di minoranza risolto con una sentenza della corte d’Appello di Parigi lo scorso 29 aprile.
Bi-Invest ha acquisito un primo pacchetto di azioni Club Med pari all’1,8% del capitale a inizio aprile, per salire al 4,6% a fine aprile e al 6,5% a inizio maggio e poi appunto arrotondare ulteriormente sino al 10,07% l’altroieri, quando ha acquistato ha acquistato altre 427.635 azioni a 18,96 euro l’una portando la partecipazione complessiva a 3,36 milioni di titoli. Nulla esclude però che Bi-Invest possa arrivare addirittura al 29,9% del capitale. In un comunicato diffuso ieri dall’Amf, l’autorità di vigilanza francese, che si è reso obbligatorio al superamento della soglia del 10% del capitale, si precisa infatti soltanto che Strategic Holdings «non ha intenzione di prendere il controllo di Club Med (e a questo riguardo non intende superare la soglia oltre la quale scatta l’offerta pubblica obbligatoria) perché una tale operazione non rientra nella strategia di investimento attuale».
Ma qualcosa di ben diverso potrebbe accadere in un secondo momento e cioè dopo il 3 giugno, data in cui saranno resi noti i risultati di adesione all’opa, che non andrà in porto se non verranno consegnate all’offerta azioni per almeno il 50,01% del capitale. A oggi hanno dato la loro adesione azionisti per un totale pari al 34,23% del capitale, comprese le quote di Fosun e Ardian, nel complesso pari al 19,33%. Sempre nel comunicato si legge infatti che «nel caso in cui non sarà dato seguito positivo all’opa Strategic Holdings precisa che la situazione potrà essere esaminata da fondi di investimento gestiti da società (come Investindustrial Private Equity) indirettamente controllate da Bi-Invest Holdings».
Non ci sarà alcuna contro-opa, quindi, ma BI-Invest assieme a Investindustrial, l’operatore di private equity di cui Andrea Bonomi è principal, potrebbe lanciare a sua volta un’opa in un secondo tempo se l’operazione di Fosun e Ardian dovesse fallire. Nel frattempo Strategic Holdings chiederà un rappresentante in consiglio di amministrazione. In ogni caso, al momento Strategic Holdings non sta agendo d’accordo con nessun altro investitore. In particolare, non esiste alcun accordo con la famiglia Benetton, che nei giorni scorsi, contrariamente a quanto dichiarato tempo fa, ha comunicato di non voler più apportare all’opa il proprio 2,1% detenuto tramite Edizione Holding, scatenando le ire di Fosun e Ardian, già passati alle vie legali.
L’acquisizione da parte della famiglia Bonomi è stata finanziata con fondi propri, che possono essere incrementati di altri 60 milioni di euro utilizzando le linee di credito a tre anni messe a disposizione di Strategic Holdings. L’operazione è ritenuta interessante dalla famiglia Bonomi perché ai prezzi attuali Club Med è valutato circa sei volte l’ebitda, cioè un multiplo molto basso per il settore, a fronte di un ebitda che nel 2013 è stato di 118 milioni (dai 126 del 2012) a fronte di ricavi stabili a 1,48 miliardi. Nel semestre chiuso ad aprile l’ebitda è stato di 85 milioni (dagli 81 milioni del primo semestre 2013), a fronte di 776 milioni di ricavi (da 758 milioni), malgrado la crisi economica generale.
Bonomi e la sua Investindustrial ci vedono generalmente giusto quando si tratta di investimenti. Come già rivelato da MF-Milano Finanza lo scorso 30 marzo, Investindustrial ha retrocesso 1 miliardo agli investitori da novembre 2013, tenendo conto degli ultimi disinvestimenti e degli effetti delle operazioni di dividend recap e rifinanziamento con bond high yield condotte su alcune partecipate. La stessa avventura nella Banca Popolare di Milano, sebbene faticosa, a Investindustrial ha fruttato una buona plusvalenza: quando il fondo è entrato nel capitale nell’autunno del 2011 il titolo quotava 35 centesimi, mentre all’uscita, tra il 23 e il 25 gennaio scorsi, il titolo ne valeva 47-48.

Stefania Peveraro, MilanoFinanza 21/5/2014