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 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

CINA, TANTI UIGURI

Uno spettro si aggira per la Cina. È il Movimento islamico del Turkestan orientale (Etim) finito al centro delle polemiche dopo l’accusa da parte della polizia cinese di essere responsabile dell’attacco alla stazione ferroviaria di Urumqi di aprile, nel quale sono morte tre persone e 79 sono rimaste ferite. Pechino non è certo nuova a puntare il dito contro la minoranza etnica degli uiguri che risiedono nello Xinjiang – la regione indipendente sorta sul vecchio Turkestan Orientale – quando avvengono certi episodi di violenza, ma è la prima volta che il gruppo separatista viene direttamente collegato a un attentato. E fa niente se l’episodio è stato rivendicato dal gruppo jihadista chiamato Partito islamico del Turkestan (Tip) già protagonista di violenze nel 2008. Finora, infatti, i funzionari si erano ben guardati dall’accusare l’Etim, e avevano dato la colpa a due estremisti religiosi.
Tuttavia, la Xinhua, citando il dipartimento di Propaganda dello Xinjiang, ha affermato che l’attacco è stato pianificato fuori dalla Cina dal membro dell’Etim Ismail Yusup, che «il 22 aprile ha ordinato a 10 militanti di prepararsi a colpire». E il 30 aprile Saderdin Sawut e Memetabudula Ete, due attentatori suicidi, si sono realmente fatti esplodere nell’attentato, mentre altre cellule dell’organizzazione – secondo quanto si è appreso – sarebbero state arrestate.
Per capire che cosa sia l’Etim è necessario tornare agli Anni ’90, quando l’organizzazione, di cui non sono chiari i contorni e la sua composizione, ha iniziato la sua attività. Secondo l’intelligence pachistana fu fondata nel 1993 da due nativi di Hotan – città dello Xinjiang meridionale – ma il primo tentativo naufragò dopo pochi mesi. Quindi Hasan Mahsum e Abudukadir Yapuquan, da quanto si racconta, hanno riorganizzato il movimento nel 1997 e, un anno dopo, Mahsum ne avrebbe spostato il quartier generale a Kabul dopo aver ricevuto una promessa di protezione da parte dei talebani, che allora controllavano l’Afghanistan.
Qui, i leader dell’Etim, sempre secondo fonti non ufficiali, sarebbero entrati nell’orbita di al Qaeda e avrebbero stabilito legami con lo stesso Osama bin Laden, nonché con vari movimenti islamici dell’Asia centrale. Che l’organizzazione abbia un legame con al Qaeda l’hanno confermato anche gli Usa e non solo la Cina. Anche se Mahsum – ucciso in Waziristan nel 2003 in un raid delle truppe pakistane – ha sempre negato ogni relazione.
Dopo l’assassinio del leader storico di Etim, il comando sarebbe passato ad Abdul Haq che, a sua volta, sarebbe stato ucciso in Pakistan nel 2010. A quel punto, l’organizzazione era già finita nella lista dei gruppi terroristici globali stilato dal dipartimento di Stato Usa all’indomani dell’11 settembre. Il pressing su Washington, però, fu fatto da Pechino: a quel tempo, l’amministrazione Bush era alla ricerca di appoggio internazionale per la propria «War on terror» e quando la Cina gli suggerì di inserire anche l’Etim nel listone della jihad globale, il presidente Usa non si fece pregare.
Tuttavia in seguito il dipartimento di Stato Usa ha provveduto a depennare l’Etim dalla sua Terrorist exclusion list, non considerandolo in grado di colpire con efficacia.
Nonostante Nazioni unite, Unione europea, Kazakistan, Kirghizistan e Afghanistan li considerino terroristi, Washington ha cercato di proteggerli dalla Cina. Nel 2002, durante la guerra in Afghanistan, 22 uiguri furono catturati, bollati come «enemy combatant» (definizione traducibile come «combattenti illegali») e spediti nel supercarcere Usa di Guantanamo, a Cuba. Le accuse di terrorismo nei loro confronti furono però ritirate dopo anni di detenzione e gli uiguri sono stati quindi spediti in direzione Albania, Bermuda, Palau, Svizzera e Pakistan. Ovunque tranne che in Cina, proprio per non farli finire nelle mani di Pechino.
Gli esperti di terrorismo concordano tuttavia che numerosi uiguri si siano uniti ad al Qaeda e ai talebani in Afghanistan, ma non ci sono prove che siano membri dell’Etim. E che l’organizzazione abbia legami significativi con la rete creata da bin Laden. Eppure la Xinhua non ha esitato a sostenere che i membri del gruppo che ha compiuto l’attacco di Urumqi avrebbero cominciato a predicare l’estremismo islamico già nel 2005.
A fare chiarezza potrebbe essere Yusup, il quale è già fuggito all’estero per evitare la cattura della Cina. E addirittura ha chiesto la collaborazione dell’Interpol per farsi proteggere da Pechino.