Maria Lombardi, Il Messaggero 21/5/2014, 21 maggio 2014
QUEI FRAMMENTI DI VITA RUBATI PER CAMBIARE LE STORIE DEGLI ALTRI
I FURTI
Far sparire le lettere e prendersi la vita degli altri. Rubare con le buste anche le storie e senza volerlo cambiarle un po’, abbandonarle in un angolo della casa o nel portabagagli senza curarsi di chi aspettava. Ladri di parole e molto altro, e chissà se è solo pigrizia. I postini fantasmi ne hanno fatti di danni, sacchi di corrispondenza non consegnata e migliaia di famiglie con la cassetta vuota.
Li ricordano ancora a Subiaco tutti quei mesi strani. Non arrivava la posta o ne arrivava troppo poca. Vai a immaginare che il postino custodiva qualcosa come duecento chili di lettere e raccomandate, una montagna di carta alta così con il timbro delle Poste. È stato scoperto e denunciato a marzo dello scorso anno, la storia andava avanti da tre anni. Prima o poi quelle lettere le avrebbe buttate - ha raccontato ai carabinieri - intanto stavano lì.
I PAGAMENTI
I cittadini di Gragnano (lo scorso settembre) si sono ritrovati con la luce e il gas staccati, non pagavano più le bollette perché il postino le teneva per sé, insieme a tutto il resto. Nel bagagliaio di un dipendente - a Reggio Emilia - sono stati trovati cinque sacchi dell’immondizia pieni zeppi di corrispondenza non recapitata. Per smascherare il postino nullafacente, qualche anno fa i residenti di Ottavia - zona nord di Roma - si sono improvvisati 007: lo hanno aspettato per giorni ai portoni, inutilmente, c’erano quattro scatole di posta da smaltire. «Ho solo due mani, non ce la faccio». Firmato: il postino. Così si è scusato per iscritto, con tanto di lettera affissa nell’androne del palazzo, il dipendente contro il quale alcuni condomini all’Esquilino stavano per presentare formale protesta.
Sarà stato pure un poco fannullone, il postino dell’Ostiense che ha accumulato quintali di buste - per anni - senza consegnarle e che è stato sorpreso lunedì notte con i sacchi nell’auto. Difficile però che non abbia pensato che con la corrispondenza non recapitata si è in qualche modo preso frammenti di esistenze altrui. Avrebbe potuto buttare tutto via - ci stava pensando, ha detto - e così cancellare il suo furto, non l’ha fatto ed è strano. «La lettera è diventata un oggetto intimo, importante, non è più banale. Sulla busta c’è un nome e una storia: chi non la consegna e la trattiene è come se tentasse di appropriarsi della vita di altri», spiega Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta. «È un gesto da feticista della comunicazione degli altri, come cercare un posto nella storia di qualcuno. Tutte quelle lettere accumulate magari gli avranno fatto compagnia e avranno forse riempito un’assenza, altrimenti se ne sarebbe liberato».
IL VALORE
La lettera ci riguarda, arriva a casa nostra. «In un mondo che non ha più tempo e spazio, ha una fisicità e ha un tempo», continua la psicoterapeuta. «Alla lettera appartiene una poetica d’altri tempi che la rende preziosa». Il postino sa di negare qualcosa di importante.
Quanto importante, lo racconta una vignetta. Anno 1990. Un tipo ha in mano una lettera e la faccia seccata, come dire: uffa, non ne posso più. Lo stesso signore accende il computer, vede una mail e sorride. Anno 2014. C’è una busta e chi la sta per aprire è tutto contento, davanti a lui il pc segnala 385 mail non lette. La posta elettronica avrà pure cancellato l’attesa, tutto è istantaneo e indifferenziato, arriva a te e a chissà quanti altri, quindi è come se non arrivasse a nessuno. La carta contiene qualcosa. Bella o brutta chissà, comunque è meglio saperlo.