Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

IL RITORNO DELLE MANETTE-SHOW


Il ritorno delle manette show non è un bello spettacolo. Ed è un «vizio» che si riaffaccia in Italia nelle immagini legate alle inchieste giudiziarie che in queste settimane stanno facendo pulizia su vari fronti. E che trovano anche il favore popolare, ma poi andranno puntualmente verificate e riscontrate in sede di giudizio: dalla vicenda milanese dell’Expo 2015 al caso Scajola che è uno dei maggiori filoni d’indagine in questa fase.
Manette ai polsi degli arrestati, agenti di polizia ai loro fianchi che li tengono stretti. L’effetto visivo di queste ricorrenti immagini è quello della gogna. Come in un revival, di cui non si sentiva il bisogno, dei ferri ai polsi degli indagati nei giorni bui di Tangentopoli, degli schiavettoni dentro il tribunale di Milano.
Non esibire le manette non significa non volere una giustizia rigorosa. Vuol dire soltanto evitare il rito dell’umiliazione. Il prigioniero come trofeo non è una bella icona per la giustizia. Alla quale si chiede di usare i propri strumenti, e non di allestire show. Servono sentenze, non gogne.