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 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

COSCIENZA A 5 STELLE


Giuseppe Piero Grillo non la nasconde, la storia del suo omicidio colposo: si limita a non parlarne. Di fatto una sua sciocchezza, 33 anni fa, ha cancellato una famiglia: ed erano suoi amici, coi loro bambini che lui aveva visto crescere. Si è fatto tre processi in tre gradi di giudizio, ha sborsato 600 milioni all’orfana superstite, le sentenze spiegano che fu un incosciente: e noi non vogliamo né possiamo immaginare come viva questa cosa con se stesso. Lui ora è un personaggio notissimo che peraltro si è scaraventato in politica, dunque è normale dicono in molti che questa storia emerga e riemerga tipicamente sotto elezioni: ma noi non lo pensiamo; sarà anche normale, ma non ci piace, noi pensiamo che Grillo debba risponderne essenzialmente alla propria coscienza: non a Berlusconi o ai giornalisti. E però il punto è questo: lo pensa anche Grillo? Noi pensiamo che esista, e resista, un diritto all’oblio: non tanto quello codificato dalla giurisprudenza, ma il diritto di gestirsi moralmente una volta pagato il conto con la giustizia. Ma Grillo lo pensa? Noi pensiamo che esista ancora una dimensione personale che separa il pubblico dal privato: ormai è una linea sottilissima, ma c’è ancora, dovrebbe esserci ancora, persino se ci si chiama Beppe Grillo e persino se si passa la vita a giudicare gli altri. Ma Grillo, questo, lo pensa? Il suo movimento lo pensa? Il suo blog lo pensa? I suoi amici giornalisti lo pensano, soprattutto lo praticano?