Fulmini 21/5/2014, 21 maggio 2014
CAMERIERE
«Mi mancherà la famiglia della Pinetina. E il rito del mate, che per noi argentini è un momento di condivisione: io ho sempre preparato l’infuso, sono il “cebador”, fin da ragazzo è la mia specialità e i compagni mi hanno preso per il loro cameriere… Ma mi piaceva così» (Walter Samuel).
ETICHETTE «La Nazionale è sempre rispettata e temuta, la Serie A meno. Certe etichette non si tolgono facilmente: la violenza, il razzismo, ora le banane. La finale di Coppa Italia era trasmessa in diretta in Francia: sapete quante persone mi hanno mandato messaggini per capire che succedeva? E io come faccio a spiegare che non si sa se si gioca e che hanno sparato a un tifoso?» (Marco Verratti).
IN BRACCIO «Io non avrei mai lasciato a casa Totti. Non sarà più giovanissimo, ma è ancora il più bravo di tutti. Se io fossi il ct dell’Italia, lo porterei in nazionale fin quando avrà la forza di camminare. Se necessario, lo porterei anche in braccio al campo» (l’ex attaccante brasiliano Marcio Amoroso).
ANCORA «Sono tre anni che sto dando risposte molto importanti a me stesso e a chi dubitava, anche giustamente, su un recupero completo. A 36 anni sono ancora qui, ad alti livelli, ed è una bella sensazione» (Gigi Buffon).
ESEMPI «Ho ancora tanto calcio davanti. Il mio contratto scade nel 2016. Punto a giocare fino a 36 anni per emulare Toni. Dopo la straordinaria stagione che ha fatto, Luca per me è un esempio di passione e serietà» (Amauri).
100% «I risultati degli ultimi due-tre anni non mi hanno cambiata. Io sono sempre la stessa. I match non li vinci con la classifica migliore e le avversarie sono tutte da rispettare. Io so solo che devi sempre dare il 100%» (Sara Errani).
SOLDI «Chi mi conosce sa i sacrifici che ho fatto per essere con i San Antonio Spurs. Altrove avrei potuto ottenere più soldi, ma io sentivo l’esigenza di migliorarmi, di avere le chance per conquistare il titolo. L’aspetto finanziario è importante, ma per me il basket è amore e passione» (Marco Belinelli).
FILASTROCCA «L’ha scritta Gek Tessaro, la porto nel manubrio della mia bici da Belfast a Trieste, me l’ha chiesto la Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza di Roma. È divertente e intelligente. Un verso fa così: “Ormai anche tu lo vedi / si fa prima se si va a piedi. / E se vuoi andare un po’ più in fretta / ti conviene andare in bicicletta”. Sono d’accordo» (Cadel Evans).