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 2014  maggio 11 Domenica calendario

LO SPOT DELLA FURIA ULTRÀ E IL SORRISO DI PIZZUL E TRAP


E poi qualcuno sostiene che uno stadio non poggia sull’extraterritorialità. Lasciamo perdere le mezze verità o trequarti di bugie di Alfano, in un certo senso ci siamo abituati. Parliamo di uno stadio compatto che fischia l’inno nazionale. Fosse capitato in un teatro come la Scala o in una università come la Sapienza, credete che Pietro Grasso e Matteo Renzi ci avrebbero pensato più di un minuto prima di alzare i tacchi e andarsene? No, vero? È quel che penso anch’io, quindi 4 a Grasso e 4 a Renzi. Un tifoso qualunque poteva anche sopportare quello scenario, un rappresentante dello Stato no. Poi: ci si è molto interrogati su una trattativa Stato-curva, fieramente smentita dai diretti interessati, Genny compreso. Se la parola trattativa dà fastidio, se ne possono usare altre: sondaggio, interpellanza, uscita conoscitiva, indagine preventiva, e d’altra parte era ed è chiaro che senza l’assenso di Genny la partita non si sarebbe giocata, oppure sì sotto un lancio di bombe carta e rauti. A proposito di questi aggeggi pericolosi, prego gli affezionati lettori di non inviarmi più messaggi sul fatto che a loro sequestrano gli accendini, alla moglie il tubetto di rossetto o di medicinali, al bambino una bottiglietta d’acqua, lo do per scontato, e di chiedermi come fanno a entrare bombe carta e rauti, bastoni e spranghe. Non lo so, qualcuno lo saprà pure ma io no. E perché nel tratto di strada dov’è scattata l’imboscata e dov’era previsto che parcheggiassero i pullman dei tifosi del Napoli non c’erano poliziotti? Neanche questo so. So che di tolleranza zero sento parlare da una ventina d’anni, di copiare la Thatcher da una quindicina. So che l’ultimo strascico, notizia di ieri, è che il padre di Speziale ha querelato per diffamazione la vedova Raciti. So che uno spot peggiore per il calcio italiano non poteva andare in onda, su scala mondiale. Come spot trovo simpatico quello della Fiat, con Trapattoni e Pizzul a scherzare coi bambini su una spiaggia brasiliana, o simil-brasiliana. Il calcio è, sarebbe, anche allegria. Sempre nel campo degli spot, in quello con Kevin Costner trovo che l’interprete più espressivo sia il salmone.
Espressivo (7) anche Seedorf quando dice che la battuta di Berlusconi non l’ha capita. Non essendo stupido, l’ha capita benissimo e non può essergli piaciuta, però s’è sottratto al pingpong rituale. Tecnicamente, Berlusconi ha fatto una battuta in rete. Non ride nessuno, avanti con la seconda palla. Ma è anche una battuta in Rete, dunque non ignorabile. All’uscita dalla casa d’assistenza di Cesano Boscone ha detto di aver incontrato molte persone in grado di tenere in mano lo spogliatoio del Milan. Non è esattamente un buffetto a Seedorf e nemmeno credo sia piaciuta ai molti anziani e malati della casa. All’esterno c’erano più giornalisti che pappi. Uno poteva anche chiedergli: scusi, dott. cav. gr.uff. lup. mann. comm. preg. (pregiatissimo o pregiudicato, scelga il lettore), ma non è lei quello che ha voluto Seedorf e l’ha imposto a Galliani, alla maggioranza dei tifosi, a quel poco che restava della vecchia guardia? Che ha garantito per lui, che ha firmato il contratto senza che Seedorf le puntasse una Luger alla testa o minacciasse Dudù? E adesso gli tira questo siluretto mascherato, proprio adesso che ha vinto sei partite su sette e forse può arrivare in Uefa? Che senso ha tutto questo? Nel tentativo di adeguarsi, Thohir ha spedito un altro siluretto a Mazzarri, ma sotto forma di conferma. Il succo: rispetteremo il contratto perché sarebbe troppo oneroso ingaggiare un altro al posto suo. Chissà se in Indonesia studiano le tecniche motivazionali. Per usare un eufemismo, i tifosi sono perplessi. Resta da dire dell’addio al campo verde di Javier Zanetti, un capitano vero, uno che imponeva rispetto anche a chi lo avrebbe fischiato perché indossava un’altra maglia. Zanetti non ha mai dimenticato i doveri che il ruolo comporta. Quelli come lui (8,5 alla carriera) sono il sale del calcio.
Chiusura su un libro, con una coincidenza: domenica scorsa è stato consegnato ai pescatori di Lampedusa il premio dedicato alla memoria di Francesco Arrigoni, amico e collega. Ai pescatori che rispettano la legge del mare e non voltano la faccia dall’altra parte. Ieri ho ricevuto “Lampedusa. Guida per un turismo umano e responsabile” (ed. Altreconomia, 188 pagine, 14,50 euro). Umano e responsabile sono due aggettivi che mi piacciono. Aggiungo: civile. L’ha scritta Ivanna Rossi, una garanzia . Belle le foto di Giovanni Gilli. Prefazione di Giusi Nicolini. La porta d’Europa è aperta al dolore, alla speranza, ma anche alla bellezza.
Che si sappia.

Gianni Mura, la Repubblica 11/5/2014