Loretta Napoleoni, il Venerdì 9/5/2014, 9 maggio 2014
LA HIT PARADE DELLE CITTÀ NUOVO HABITAT DELL’UOMO
Oltre la metà della popolazione mondiale ormai vive in zone urbane, ciò vuol dire che la città è diventata l’habitat principale dell’uomo. Ma tra una metropoli e l’altra ci sono grandi differenze, è quanto ci insegnano gli indici Global Cities (Gci) ed Emergency Global Outlook (Eco): il primo si riferisce a 84 città e il secondo a 35 ubicate in nazioni emergenti. In testa alla classifica del Gci c’è New York, seguita a ruota da Londra e Parigi, ma il grande balzo nel 2014 l’ha fatto Pechino passata dal 12° posto dello scorso anno all’ottavo. Nonostante i gravissimi problemi di inquinamento (189 giorni neri nel 2013, ben oltre i limiti stabiliti dalla World Health Organization), la capitale cinese è tra le dieci metropoli più dinamiche al mondo secondo i criteri dell’indice. Che include attività culturali, opportunità negli affari, disponibilità di capitale umano, attività politica e scambi culturali. Rientra nella valutazione anche il numero di ambasciate, organizzazioni internazionali e centri studi. E ciò in parte spiega perché tra le prime dieci ci sono tante capitali: Tokyo, Hong Kong, Singapore e Washington. Roma è al 23° posto e Madrid è al 15°. Giacarta, capitale dell’Indonesia, è la prima metropoli dei Paesi emergenti, al secondo posto Manila, capitale delle Filippine e al terzo Addis Abeba, capitale dell’Etiopia. Sebbene persistano in queste città grandi difficoltà nel mondo degli affari, tra cui la corruzione, forte è l’influenza della classe media, ciò significa che l’indicatore più dinamico è proprio quello del capitale umano. Da non dimenticare che la crescita della classe media è anche garanzia di stabilità politica, e non solo nei Paesi emergenti ma anche in quelli industrializzati.
Loretta Napoleoni, il Venerdì 9/5/2014