Pierangelo Sapegno, La Stampa 10/5/2014, 10 maggio 2014
LIVORNO, TIFOSI “ROSSI” IN RIVOLTA CONTRO IL PATRON CHE VOTAVA MSI
Per quello che capita ogni giorno dalle nostre parti, forse è la cosa più normale che ci sia, che un signore bollato come «un fascistaccio» dal sito dei tifosi «Alé Livorno» diventi il padrone proprio del Livorno, che è la squadra con la curva più rossa d’Italia, e anzi, l’unica rimasta così con le sue bandiere di falce e martello e con i suoi manifesti del Che. Se non riuscite a capire questo Paese, pensate al calcio: ne capirete ancora meno.
Il bello è che Stefano Bandecchi, ex parà in missione a Beirut, imprenditore sveglio e coraggioso che ha sempre dichiarato di aver votato Msi prima di abbracciare Berlusconi, è nato a Livorno nel popolarissimo quartiere Shangai dove quello più a destra vota ancora comunista, che è lo stesso di Cristiano Lucarelli, ex centravanti amaranto che a 20 anni segnava e andava sotto la curva con il pugno chiuso, ad alzar la maglia, per far vedere il Che Guevara sul petto. Bandecchi ha tutto il diritto di comprar la squadra della sua città. Ma ieri qualcuno ha già appeso uno striscione sul muro dello stadio: «Bandecchi attento... A Livorno fischia ancora il vento!!!».
Il fatto è che il vecchio Spinelli, già creatore del Genoa di Aguilera e Bagnoli, arrivato ad espugnare Amfield Road in una storica semifinale di Coppa Uefa col Liverpool, e poi artefice della rinascita proprio del Livorno, pescato in C2 e spedito in serie A e persino in Europa, il vecchio Spinelli, ha deciso di vendere. Un’altra cosa curiosa è che Stefano Bandecchi ha già confessato che è stato Luciano Moggi, un senese che a Livorno è visto come un attacco di bile, a metterli in contatto. E ieri, annunciando l’acquisto come quasi fatto, ha precisato: «Non ci sarà scelta tecnica che non passerà da una sua valutazione o da un suo consiglio». Moggi ha tentato di glissare: «Ringrazio per la stima, ma io non so assolutamente niente». Ma qualcosa ha ammesso: «Li ho presentati, è vero. Ma un anno fa. Non c’entro nulla con quello che è successo dopo. Comunque Bandecchi è una persona eccellente». Commento sul sito dei tifosi: «Ma Spinelli venda tutti e si levi di ‘ulo assieme ar Bandecchi-Moggi».
In ogni caso, tutto può succedere fra queste lande dimenticate dalla coerenza: cos’è in confronto a quelli che insultano e poi vanno a governare proprio assieme agli offesi? Bandecchi votava Msi, poi si candidò con Berlusconi che nello stadio di Livorno irridevano mettendosi tutti la bandana in testa per sfidare il Milan. E uno striscione che diceva: «Dio c’è! Silvio Berlusconi non sei tu!!».
A Roma, Bandecchi ha fondato il Movimento Unione Italiano per sostenere Gianni Alemanno: 0,19% di voti. Oltre all’Università (15 mila iscritti e Davide Mannoni di Stamina tra i docenti), ha creato Radio Mana Manà ed è attivo nel settore della ristorazione. La sua risposta ai tifosi è che nel calcio la politica non ci deve entrare: scontata e bugiarda. Meglio quando parla del Livorno: «Non sarò certo io a offendermi se sentirò cantare Bandiera rossa allo stadio: è una canzone emozionante perché parla di lavoro». Poi, perle sparse: «Da bimbo i miei amici mi davano dello stalinista»; «Se fossi nato nell’800 sarei stato definito semplicemente un liberale»; «Se ci fossero ancora i comunisti veri in Italia le cose andrebbero meglio»; «Mio padre faceva il camionista» (e dunque?).
E qualche verità, come quando racconta che 3, 4 anni fa la sua azienda era in crisi: «Ho venduto gli appartamenti piuttosto che licenziare dei miei dipendenti. Ho fatto una cosa di destra o di sinistra? Io non ho neanche una barca a vela». Spiega: «Ho fatto investimenti immobiliari da 60 milioni, ne investo 4 l’anno per la ricerca. Ho fatto donazioni all’ospedale Bambin Gesù per un milione e mezzo: sempre finalizzate alla ricerca».
E promette di tutto: «Il calcio ha un potere di comunicazione enorme. Voglio fare di Livorno un punto di riferimento per la ricerca scientifica». Forse, sarebbe meglio accontentarsi del mare, che è il più bello d’Italia. Ma come si fa. «In 2 anni faccio un grande Livorno». E’ di destra o di sinistra?
Pierangelo Sapegno, La Stampa 10/5/2014