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 2014  maggio 10 Sabato calendario

PELLE’, DA BALLO A BALO

Pellé, ha letto la Gazzetta? De Boer dice che tra lei e Balotelli prenderebbe lei.
«Lo ringrazio, ma non mi piace paragonarmi agli altri. Balotelli è un grandissimo, se c’è qualcuno a cui non piace penso che sia per certi atteggiamenti, non per come gioca. E qui in Olanda con gli atteggiamenti sono fissati...».
Lei è però fissato coi gol: 50 in 2 campionati al Feyenoord. I detrattori dicono che in Olanda segna chiunque...
«Basta guardare i miei gol: destro, sinistro, testa, tacco, rovesciata, contropiede, mischia, segno in ogni modo. E certe cose o le sai fare o no, non dipende da dove giochi. Poi pensiamo ad attaccanti esplosi qui come Ibra o Suarez o a Strootman: faceva il fenomeno qui e lo fa pure in Italia. Non ho rimpianti, quello che fa la differenza è la continuità: prima non ne avevo, ora sì. E poi sono migliorato, ho più equilibrio».
Qualche volta è andato pure lei sopra le righe...
«Sì, e quei “casini” li hanno strumentalizzati tanto. Serve a vendere giornali, a fare audience, ci sta. Ma non è un problema, la pressione non mi spaventa, mi stimola».
S’è sentito un po’ il Balotelli d’Olanda, insomma.
«Ammetto di averci pensato. In quei casi da un lato è tutto più difficile e devi stare attento, dall’altro ti devi prendere le tue responsabilità. Io me le prendo, e a quanto vedo pure Balotelli lo fa».
50 gol e neanche un minuto in azzurro. Come se lo spiega?
«Me l’aspettavo l’anno scorso quando l’Italia venne in Olanda, ero l’italiano più rappresentativo qui. Se non mi hanno chiamato allora, non mi chiameranno più. Ma non giudico le scelte del c.t. Prandelli, ha tante punte di qualità».
Si rivede nel cliché dell’italiano incompreso in patria e brillante fuori?
«Qui per il mio lavoro è il paradiso. Ma sono italiano, amo promuovere il mio paese e in un momento come questo non sfruttare la bellezza dell’Italia per il calcio è un peccato. Abbiamo tutto: città stupende, tradizioni, bel clima».
Una proposta di buon livello dall’Italia la considererebbe?
«Certo. Anzi, penso che la crisi sia transitoria, la A tornerà a essere uno dei tornei migliori. Molti club si stanno adoperando per lo stadio nuovo, la Juve l’ha fatto. Il segreto è quello».
Ha visto i fatti di Roma?
«Guardi, in Olanda in curva sono pazzi, ma la cosa finisce lì. E chi sgarra, viene punito severamente. Ripeto, con gli stadi nuovi sarà tutto più semplice».
Si vesta da talent scout, fuori un nome.
«Il mio compagno Boetius. Un po’ magrolino ma si sta irrobustendo e quando ti punta ti salta sempre. Sempre».
Italia o Olanda? Ai Mondiali chi fa più strada?
«L’Olanda è giovane e deve sostituire Strootman. Dipende tutto dalla prima con la Spagna: se le beccano si abbattono, se vincono si gasano. L’Italia è rodata, esperta, furba, può fare strada».
La voleva il Barcellona. Vero?
«Nessun contatto ufficiale, ma qui se ne parlava tanto. “Con 20 cross a partita che fa Alves, vuoi che Pellé non ne sbatta dentro almeno uno?”, dicevano in tv. Mi inorgogliva».
Zeman, Van Gaal, Advocaat, Koeman: coi suoi maestri, si vede allenatore in futuro?
(ride) « Per quanto parlo e gesticolo già mi vedono tutti come un allenatore in campo. Mi piacerebbe un giorno, ma per ora ho ancora benzina».
E dei bambini che chiedono al barbiere il taglio alla Pellé vogliamo parlare?
«È l’italiano che fa tendenza, il Made in Italy è sinonimo di bello. E quando vado a farmi i capelli magari me ne ritrovo davanti 4-5 col ciuffo come il mio».
E i suoi trascorsi da ballerino? In pista torna ancora?
«Mi hanno aiutato, specie nella coordinazione. Valzer, cha-cha-cha, tango, ballavo tutto. Anzi, sa che potrei fare? Ballando con le Stelle, faccio finta di essere scarso e poi sbaraglio tutti».